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Scimpanzé e resistenti agli antibiotici, il pericolo: la scoperta arriva dalla Tanzania

Pubblicato: 17/05/2021 20:19

Gli scimpanzé devono affrontare una nuova minaccia: già in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio e della perdita del loro habitat, ora emergono tracce di resistenza agli antibiotici. A lanciare l’allarme è la Emory University di Atlanta con uno studio sugli scimpanzé del Gombe National Park, in Tanzania.

Scimpanzé in pericolo: la scoperta e lo studio

Con un uso improprio degli antibiotici, le persone possono effettivamente danneggiare non solo se stesse, ma anche le specie con cui condividono un ambiente”, è la tesi dell’ecologo Thomas Gillespie, uno dei principali autori della ricerca pubblicata sulla rivista Pathogens. “Le persone fanno il bagno e si lavano nei ruscelli, contaminando l’acqua con batteri resistenti ai farmaci dove bevono scimpanzé selvatici e babbuini”.

Lo studio ha preso in considerazione la resistenza ai sulfonamidici, un tipo di antibiotico utilizzato nei pressi del Gombe National Park per le malattie diarroiche. È bastato cercarne le tracce nei campioni fecali di esseri umani, animali domestici, scimpanzé e babbuini e nell’acqua dei ruscelli, utilizzata sia dagli esseri umani sia dagli animali.

Scimpanzé in pericolo: le tracce degli antibiotici

I risultati hanno evidenziato la corrispondenza che ha preoccupato i ricercatori: “La resistenza ai sulfamidici è comparsa nel 74% dei campioni umani complessivi, nel 48% dei campioni di scimpanzé, nel 34% dei campioni di babbuino e nel 17% dei campioni di animali domestici.” Inoltre: “I sulfamidici sono stati rilevati nel 19% dei campioni prelevati da corsi d’acqua condivisi da persone, animali domestici e fauna selvatica”.

Come controprova, nel corso dello studio si sono cercate le tracce anche di resistenza alla tetraciclina. Si tratta di un’altra classe di antibiotici ed è poco usata dagli abitanti vicini al Gombe National Park, perché più costosa e difficile da reperire. Anche questo risultato è stato eloquente: “Pochissimi campioni fecali di uno qualsiasi dei gruppi e nessuno dei campioni di acqua dei torrenti ha mostrato prove di resistenza alla tetraciclina”.

Scimpanzé in pericolo: perché l’essere umano è responsabile

Questo studio mette in evidenza la duplice responsabilità dell’essere umano nei confronti del mondo animale e naturale. Da una parte vi è l’impatto traumatico tra uomo e natura, con la conseguente distruzione o frazionamento degli habitat naturali. Dall’altra c’è la disinformazione sul corretto uso degli antibiotici, che non ha conseguenze solo sulla nostra specie. “Dopo che i batteri resistenti ai farmaci sono entrati negli scimpanzé, possono evolversi ulteriormente in questa specie per poi riversarsi negli esseri umani – sottolinea l’ecologo Gillespie – Dobbiamo pensare alle malattie infettive all’interno di quadri evolutivi ed ecologici, cosa che spesso non viene fatta in medicina”.