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Bimba di 18 mesi morta a Cabiate, confessa l’ex compagno della madre: violentata e picchiata fino alla morte

Pubblicato: 19/05/2021 09:53

Gabriel Robert Marincat, 25 anni, dal gennaio scorso in carcere con l’accusa di aver provocato la morte della piccola Sharon, la bimba di 18 mesi morta a Cabiate (Como), avrebbe reso una piena e sconvolgente confessione in sede di interrogatorio. L’uomo, ex compagno della madre della vittima, avrebbe ammesso di aver abusato della bambina e di averla picchiata fino ad ucciderla. Una versione che arriva 4 mesi dopo il dramma e che aggiunge orrore all’orrore.

Bimba morta a Calbiate: confessa l’ex compagno della madre di Sharon

Il 25enne, arrestato nei giorni successivi al decesso della piccola Sharon (avvenuto l’11 gennaio scorso) con l’accusa di morte come conseguenza di maltrattamenti in famiglia, sarebbe ora accusato di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale ai danni di una bambina. Una contestazione modificata pochi giorni fa, riporta l’Ansa, all’esito dell’autopsia che avrebbe evidenziato gravissimi traumi.

E avrebbe deciso di confessare, introducendo nel tessuto della ricostruzione elementi sconvolgenti, davanti al pm Antonia Pavan che lo ha interrogato: “Sì, ho abusato di lei poi l’ho picchiata fino ad ucciderla“. Con queste parole, riportate dalla stessa agenzia di stampa, Marincat avrebbe ammesso le sue responsabilità.

Sharon morta a 18 mesi: le indagini sul caso della bimba di Calbiate

La tragedia della piccola Sharon si è consumata l’11 gennaio scorso nell’appartamento della sua mamma a Cabiate, abitazione in cui, da qualche tempo, si era trasferito anche il 25enne.

Sarebbe stato lui, riporta Ansa, a restituire agli inquirenti una versione iniziale relativa a un incidente domestico. Racconto poi smentito dai risultati dell’autopsia. Marincat avrebbe dapprima raccontato che la bimba, accidentalmente, si era tirata addosso una stufa, ma era tornata a giocare salvo poi addormentarsi improvvisamente.

A quel punto, secondo il racconto iniziale che avrebbe fornito agli investigatori, avrebbe telefonato alla madre della bimba, allora fuori casa per lavoro. La stessa donna aveva poi allertato i soccorsi, purtroppo inutili. L’esame autoptico avrebbe invece evidenziato la violenza sessuale e le percosse, scenario da sempre rigettato dal 25enne fino alla confessione di qualche ora fa. Per l’uomo potrebbe aprirsi l’orizzonte del giudizio immediato.

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2021 10:22