Gli italiani si lamentano spesso delle tasse, della pressione fiscale, degli innumerevoli balzelli disseminati in qualsiasi pertugio possibile, ma poi, senza colpo ferire, buttano via fior soldi nel gioco. I dati disponibili dicono che sono oltre 110 i miliardi che vengono impiegati nel gioco d’azzardo.
Per avere un’idea, tutta la sanità italiana costa cifre simili. Quindi stiamo parlando di un’enormità.
Come si spendono i soldi nel gioco di azzardo
La quota di denaro più importante viene impiegata in “apparecchi e congegni da intrattenimento”, definizione un po’ burocratica per indicare le slot machine e le video lottery. Questo azzardo di massa consta di ben 87mila esercenti in tutta Italia, i quali devono rispettare una distanza minima di 500 metri da “luoghi sensibili” come scuole e luoghi di culto.
In diversi casi chi gioca è affetto da ludopatia, ossia è infervorato, vive il gioco in modo patologico, ha con la slot machine quasi un rapporto fisico. Manuela Vinai, sociologa piemontese, ha studiato il fenomeno e ne ha scritto in modo lucido nel volume “I giocatori. Etnografia nelle sale slot della provincia italiana” (Meltemi, 2020).
Come identificare una persona affetta da ludopatia
Il termine ludopatia fa riferimento alla condizione di dipendenza dal gioco d’azzardo. Nei testi di ambito medico-psichiatrico compare come sinonimo non preferenziale di gioco d’azzardo patologico.
Per diagnosticare la ludopatia devono essere rilevate quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di 12 mesi:
- Bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
- Irrequietezza o irritabilità se si riduce o si sospende il giocare.
- Ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare. Spesso i parenti non sanno più cosa fare per bloccare il familiare ludopatico, che rischia di mettere a rischio il patrimonio di famiglia.
- Presenza di pensieri persistenti inerenti il gioco. Domina il pensiero ossessivo, eventualmente anche la pianificazione della giornata successiva.
- Dopo aver perso denaro, il giocatore torna a giocare per ritentare (”rincorrere” le proprie perdite). Qui la mente va a Ljuba Rizzoli, moglie di Andrea, figlio di Angelo Rizzoli, il fondatore del gruppo editoriale, che al casino di Montecarlo, un giorno, si narra lanciò sul tavolo verde gli orecchini d’oro, una volta perso tutto.
- Menzogne per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco.
- Compromissione delle relazioni significative, problemi sul lavoro.
- Richieste agli altri per procurarsi il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie causate dal gioco.
Il vero costo del gioco d’azzardo
A livello distributivo, se i più ricchi restano sui giochi tradizionali (lotterie, lotto e Bingo), sono i più poveri a dedicarsi a scommesse e slot-machine. Visto che le probabilità di vincere non sono a favore del giocatore, si può parlare di giochi per “sprovveduti”. Sono le classi meno agiate che hanno più probabilità di rovinarsi. I nuovi giochi e le scommesse sportive attirano quote di giocatori problematici significativamente più alte dei giochi tradizionali.
Su Lavoce.info gli economisti Benedetti, Lagravinese, Molinaro e Resce hanno sostenuto che “dal momento che le scommesse e i giochi di nuova generazione sono anche quelli più fortemente associati a comportamenti di gioco problematico, possiamo ragionevolmente ipotizzare che i crescenti costi sociali dei disturbi del gioco d’azzardo in Italia ricadano di più proprio sul segmento più vulnerabile della nostra società”.
Che fare? Sicuramente occorre investire in istruzione e in programmi di prevenzione specifici per limitare la diffusione della dipendenza da gioco. Dopo la pandemia, con il ritorno in massa dei ludopatici nelle case da gioco, il rischio è un impoverimento dei più deboli.