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Giovanni Brusca lascia il carcere: fine pena per il mafioso che ha ucciso Giovanni Falcone e Giuseppe Di Matteo

Pubblicato: 31/05/2021 21:59

Il mafioso Giovanni Brusca, tra i più influenti membri di Cosa Nostra e responsabile dei più celebri e tragici attentati e morti legati agli ambienti mafiosi, ha lasciato il carcere. Dall’inizio degli anni 2000 è stato collaboratore di giustizia, ma la sua posizione è sempre stata alquanto contestata. Ora, lo aspettano 4 anni di libertà vigilata.

Giovanni Brusca, fine pena per l’assassino di Falcone e Giuseppe Di Matteo

Si è conclusa con 45 giorni di anticipo la pena in carcere per il mafioso Giovanni Brusca, fedelissimo di Totò Riina e collegato alla strage di Capaci, l’uccisione di Giuseppe Di Matteo e altri atroci delitti per conto di Cosa Nostra. Brusca era stato il capo della cosca di San Giuseppe Jato, ereditata dal padre Bernardo, ed era in carcere dal 1996, quando venne arrestato assieme al fratello Enzo.

Due anni dopo la richiesta negata di lasciare il carcere, oggi Giovanni Brusca ha concluso la sua pena detentiva ed ha lasciato il carcere di Rebibbia. Lo riporta L’Espresso, che sottolinea come ora al mafioso spettino 4 anni di libertà vigilata, secondo la decisione della Corte d’Appello di Milano.

Giovanni Brusca lascia il carcere: la storia del mafioso pentito

Quella di Giovanni Brusca è una storia fatta di sangue. La sua importanza nelle stragi di Cosa Nostra è fondamentale, tanto che si può affermare che sia stato proprio lui a uccidere Giovanni Falcone e la sua scorta. Il 23 maggio 1992 è stata sua la mano che ha premuto il radiocomando per attivare la bomba piazzata sotto l’autostrada, causando la strage di Capaci. Non solo, come ha ammesso lo stesso Brusca è stato responsabile del sequestro e della morte di Giuseppe Di Matteo, il figlio dell’ex mafioso Santino fatto rapire, uccidere e sciogliere nell’acido.

Sono solo i due casi più di alto profilo cui è collegato Giovanni Brusca, condannato per oltre un centinaio di omicidi. La sua storia in carcere è stata controversa: dagli anni 2000 è diventato collaboratore di giustizia, ma prima di farlo era stato al centro di un presunto complotto mosso da uomini delle istituzioni, tra cui l’ex presidente della Camera Luciano Violante, che avrebbe pilotato il suo pentimento. L’obiettivo di Brusca, d’accordo col fratello Enzo, era di screditare l’antimafia e i collaboratori di giustizia per creare un precedente complicato da gestire in fase processuale. Da pentito, invece, ha messo in luce non solo l’ala militare di Cosa Nostra, ma anche il suo legale con la politica.

Giovanni Brusca fuori dal carcere: le reazioni

Pesanti le reazioni a caldo delle vittime coinvolte dagli omicidi di Giovanni Brusca. Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Giovanni Falcone, ha dichiarato: “Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l’uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero” riporta Adnkronos. E continua: “Dovrebbe indignarsi tutta l’Italia e non solo io che ho perso mio marito. Ma non succede“.

La rabbia è tanta e condivisa. L’autista di Falcone, Giuseppe Costanza, scampato alla strage, ha dichiarato: “È un’offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi“.

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2021 22:06