Vai al contenuto

AstraZeneca, un caso di trombosi ogni 100.000 in Italia: trovata una possibile cura per gli effetti collaterali

Pubblicato: 10/06/2021 21:58

Il vaccino Vaxzevria torna sotto i riflettori: oggi l’Aifa ha pubblicato un rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19, nel quale si evidenzia l’effettivo livello di rischio per gli ormai noti effetti collaterali di AstraZeneca. Allo stesso tempo, una speranza arriva dal Canada, dove potrebbe essere stata trovata una cura contro le trombosi. Tutto questo, nel giorno in cui in Italia si registra una nuova morte sospetta, quella della 18enne di Sestri Levante.

AstraZeneca, il rapporto Aifa: un caso ogni 100.000 dosi

Dopo le sospensioni dei mesi scorsi, l’Aifa ha reso noto il quinto report relativo alla sicurezza dei vaccini, ormai in corso di somministrazione in Italia da 6 mesi. Emerge quindi che ci sarebbe un caso di trombosi ogni 100mila dosi di AstraZeneca somministrati, un dato in linea con il livello europeo. Confermato anche il fatto che gli eventi avversi si verificano prevalentemente in persone con meno di 60 anni, soglia limite riscontrata anche per gli altri 3 vaccini utilizzati. Sono state 66.258 le segnalazioni di effetti collaterali, su un totale di 32.429.611 dosi somministrate (quindi 204 casi ogni 100.000), il 90% dei quali non gravi.

Nell’83% dei casi, queste reazioni (quali febbre o spossatezza) si verificano il giorno stesso o quello successivo alla somministrazione. Il tasso di eventi gravi è di 21 ogni 100.000 dosi di vaccino, indipendentemente dal vaccino o se si tratti di prima dose o richiamo. Nel 71,8% dei casi, queste reazioni arrivano dal vaccino Pfizer, mentre il tasso più basso spetta a Johnson&Johnson, l’ultimo in ordine di arrivo.

AstraZeneca, morta la 18enne ligure: nuovo caso sospetto

Il report dell’Aifa parla chiaro. La domanda allora sorge spontanea: se da mesi viene consigliato di utilizzare AstraZeneca, perché proprio questo vaccino è stato somministrato ad una ragazza di 18 anni? Fa discutere infatti il caso della giovane ricoverata al San Martino di Genova per una trombosi (e con lei anche una 34enne), pochi giorni dopo aver ricevuto la sua dose di Vaxzevria. Al momento, non è stato appurato se ci sia un nesso tra la somministrazione e la morte, ma si sarebbe potuto evitare il dubbio non destinando la dose AstraZeneca ad una giovane ragazza, così come da linee guida legate al vaccino. Che i benefici superino i rischi è stato appurato anche dall’Ema, ma avendo a disposizione altri 3 tipi di vaccino, appare inspiegabile la scelta di alcune Regioni di organizzare Open Day di AstraZeneca da somministrare anche a soggetti che rientrano nella fascia di rischio emersa dopo le ricerche.

Tra i più duri in queste ore, il professore di microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti, che ha commentato a LaPresse la morte della 18enne senza nascondere la gravità del fatto. “Perché i vaccini sopra i 60 anni, AstraZeneca, sono stati distribuiti ai giovani, sapendo che c’era questo rischio quando c’è a disposizione un’alternativa che è Pfizer? Ma questa è la Repubblica delle banane? Io rimango sconcertato” ha dichiarato. Il risultato rischia di essere una nuova psicosi da AstraZeneca, già da tempo visto come troppo rischioso. La Sicilia, in questi minuti, ha annunciato di aver sospeso la somministrazione agli under 60 ed è in corso di discussione la questione dei richiami per la seconda dose.

Possibile cura per le trombosi da AstraZeneca: lo studio dal Canada

In attesa che in Italia ci si decida, una volta per tutte, a seguire pedissequamente le linee guide, una possibile speranza arriva dal Canada. Sul New England Journal of Medicine è stato pubblicato uno studio portato avanti dalla McMaster University dell’Ontario, secondo cui un mix di farmaci è stato in grado di sciogliere i rari trombi tra gli effetti collaterali del vaccino. Per farlo, riportano le fonti, è stato somministrato un cocktail di anticoagulanti e immunoglobine per via endovenosa: risultati positivi sono stati riscontrati in 3 pazienti di recente vaccinati per il Covid-19.

Il mix di farmaci permetterebbe di fermare l’aggregazione anomala delle piastrine e la formazione di trombi, al contempo sciogliendoli grazie agli anticoagulanti. Per la verità, non è un sistema mai sperimentato prima: è stato utilizzato infatti alcune malattie del sangue, ma potrebbe aprire le porte ora ad una soluzione per gli spiacevoli e discussi effetti collaterali di AstraZeneca.