Vai al contenuto

Protezione Civile, 40 anni di storia dalla nascita dopo la tragedia di Alfredino. Di cosa si occupa oggi

Pubblicato: 10/06/2021 08:59

La Protezione Civile oggi compie 40 anni. Il 21 giugno 1981 furono individuati gli organi che l’avrebbero composta e il modo in cui avrebbero agito mentre nel 1982, dopo la tragica caduta di Alfredino nel pozzo, nacque ufficialmente la figura del Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile.

In che modo la tragedia fu determinante nella nascita di questo organo e di cosa si occupa oggi la Protezione Civile?

Protezione Civile: da chi è composta

La Protezione Civile per come la conosciamo oggi nasce con la legge 225 del 1992, con il nome di Servizio Nazionale della Protezione Civile. È un sistema coordinato di competenze che coinvolge le amministrazioni di Stato, Regioni e Province Autonome, Province, Comuni e Comunità montane. Al suo interno ci sono diverse strutture operative: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo Forestale dello Stato, la Comunità scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le organizzazioni di volontariato e, infine, il Corpo Nazionale di soccorso alpino e speleologico.

Protezione Civile, il cittadino è al centro

Per la Protezione Civile il cittadino con il suo buon comportamento è centrale nell’attività di prevenzione, primo soccorso e segnalazione delle emergenze. Nello specifico, ecco quali attività svolge la Protezione Civile:

  • Previsione: si tratta di attività che identificano i possibili scenari di rischio, monitorando e sorvegliando in tempo reale gli eventi e i livelli di rischio attesi. Un esempio sono i bollettini meteo emessi ogni giorno, ma anche la diffusione dei dati sull’epidemia Covid;
  • Prevenzione: queste attività evitano o riducono la possibilità che si verifichino danni in seguito a particolari eventi. In quest’ottica si inseriscono le iniziative di formazione, diffusione di conoscenze e informazioni tra i cittadini;
  • Soccorso, cioè il coordinamento di interventi diretti per assicurare ogni forma di prima assistenza;
  • Superamento dell’emergenza: queste attività agiscono con gli organi istituzionali e aiutano il ritorno alle normali condizioni di vita.

Protezione Civile: cosa fa e come agisce

Il Servizio Nazionale di Protezione Civile rispetta il principio di sussidiarietà, cioè è basato sul territorio. Ogni località infatti è soggetta a rischi specifici e la Protezione Civile deve conoscerli per sapere come intervenire e in che modo prevenire le emergenze. Ogni Comune ha quindi una propria struttura di Protezione Civile e il Sindaco è l’autorità comunale.

Ecco come interviene la Protezione Civile:

  • In ordinario, cioè in tempo di pace: la protezione Civile si occupa di prevedere e prevenire. Aggiorna quindi la pianificazione di emergenza e lavora per formare i cittadini;
  • In allerta, cioè in emergenza: in questa situazione è il Sindaco a valutare l’evento, con il supporto della Struttura Comunale di Protezione Civile. Se può essere gestito dalla sola amministrazione comunale, il Sindaco coordina le strutture operative locali per attività di soccorso, trasporto ed evacuazione, istituendo il centro operativo comunale (COC). Se invece l’evento deve essere affrontato da più amministrazioni, si richiede l’intervento della Prefettura e si attiva il centro operativo misto (COM). Infine, per eventi di grande intensità per cui è necessario dichiarare lo stato di emergenza, è il Presidente del Consiglio dei Ministri a coordinare. In questo caso, le strutture istituite sono tre: il Centro di Comando e Controllo (DI.COMA.C) a livello nazionale, quindi presiueduto dal Presidente del Consiglio; il Centro Operativo Regionale (COR) che fa capo al Presidente della Regione; il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) presieduto dal Prefetto.

La Protezione Civile e la tragedia di Alfredino

Il Ministero della Protezione Civile nacque dopo la tragedia del piccolo Alfredo che non si riuscì a salvare dalla caduta in un pozzo nel 1982, a Vermicino. Vicenda che fu definita “spettacolo della disorganizzazione”.
Quando fu decretata la morte di Alfredino – ha spiegato la madre Franca negli anni in una delle interviste rilasciate a Il Corriere della Sera l’allora presidente Pertini mi parlò in un’auto blu che era lontana dalla folla. In uno sfogo gli raccontai tutti gli errori che erano stati fatti durante i tentativi di soccorso di mio figlio. Lui annuì e ne rimase colpito. E dopo due mesi Pertini mi chiamò al telefono, dicendomi: “Dopo quello che è successo, e dopo la conversazione con lei, ho deciso di istituire un ministero della Protezione civile”.

Alla nascita della Protezione Civile contribuì dunque una lunghissima serie di errori e di tentativi falliti, come racconta sempre Franca Rampi nella medesima intervista: “I soccorritori hanno fatto del loro meglio, ma furono commessi diversi errori. Il primo fu quello commesso dai vigili del fuoco di Frascati, che calarono una tavoletta spessa due centimetri e che all’altezza di dieci metri dalla superficie si bloccò. Non fu più possibile rimuoverla, ormai era un tappo”. Inoltre, “il secondo errore fu quello di realizzare un pozzo parallelo senza l’analisi di un geologo: l’intervento generò un allagamento all’interno del pozzo dove era finito Alfredino, fango e smottamenti, che lo fecero sprofondare a 60 metri”. Un altro errore fu quello di “non accettare e sottovalutare l’aiuto degli speleologi. Servivano geologi e speleologi, non ingegneri. Inoltre tutta quella folla di persone sulla superficie attorno al pozzo faceva cadere terra dall’interno della cavità”.

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2021 08:18