Si è concluso con successo l’intervento sul bambino di 10 mesi effettuato al Policlinico San Matteo di Pavia. Il piccolo era arrivato nella struttura affetto da atresia esofagea, una malattia rara che colpisce un neonato su 3.000-4.500. L’operazione ha richiesto una procedura non frequente, che prevede competenze specifiche e personale specializzato e comporta lo spostamento dello stomaco nel torace.
Bambino di 10 mesi affetto da una malattia rara: le sue condizioni
Come riporta Adnkronos, poche settimane fa a Pavia è stato effettuato un intervento molto delicato su un bambino di 10 mesi. Il piccolo, di origini albanesi, sarebbe arrivato al Policlinico San Matteo lo scorso 14 giugno, per essere sottoposto a una serie di esami diagnostici. La sua malattia, nota come atresia esofagea, è una patologia rara, che colpisce un neonato su 3.000-4.500.
Come spiega il sito dell’ospedale Bambin Gesù l’atresia esofagea comporta un’interruzione dell’esofago, “spesso associata all’anomala presenza di una comunicazione con la trachea”. Quest’ultimo organo è fondamentale per permettere il passaggio dell’aria nei polmoni. A quanto pare le cause di quest’anomalia sarebbero a oggi sconosciute.
L’operazione sul bambino di 10 mesi: spostamento dello stomaco nel torace
Conclusi gli esami pre-operatori, il 23 giugno il bimbo di 10 mesi è stato operato. Su di lui sarebbe stato effettuato un gastric pull-up, che comporta uno spostamento dello stomaco nel torace. Come spiega Adnkronos, la procedura scelta per il bambino è stata proposta per la prima volta dallo specialista Lewis Spitz, all’ospedale di Londra. Il chirurgo Giovanna Riccipetitoni avrebbe appreso come effettuare l’intervento dall’americano Arnold Coran e si è quindi fatta carico di guidare l’équipe di Chirurgia pediatrica del Policlinico di Pavia.
La procedura è applicata raramente e sarebbe riservata ai pazienti che hanno perso l’utilizzo dell’esofago. In Italia sono pochi i centri che effettuano questo tipo di operazione, perché è necessaria la presenza di personale ad alta specializzazione. L’intervento è durato circa 8 ore, necessarie a svolgere una fase addominale, una toracica, una cervicale e una seconda fase addominale.
Intervento riuscito: come sta il bambino operato
Dopo l’operazione, il bambino è stato ricoverato in Terapia intensiva neonatale (Tin), rimanendovi per 7 giorni. Qui avrebbero riservato per lui cure intensive e ventilazione meccanica. Il direttore della Tin, Stefano Ghirardello ha curato l’assistenza post-operatoria, con la collaborazione degli anestesisti diretti da Francesco Mojoli. I controlli radiologici hanno certificato “l’ottima riuscita dell’intervento” . Il bambino, estubato, ha poi vissuto il passaggio in Chirurgia pediatrica per trascorrervi il percorso riabilitativo.
I medici dell’ospedale di Pavia hanno parlato positivamente dell’intervento, spiegando che presto il piccolo potrà “imparare ad alimentarsi per bocca normalmente”. “Gli organi sono presenti, quindi la digestione è normalmente assicurata, ma occorrerà fare attenzione a prevenire complicanze quali la distensione dello stomaco e il reflusso gastro-esofageo” hanno però sottolineato. Il piccolo dovrà inoltre apprendere i meccanismi della deglutizione, non avendo potuto alimentarsi per bocca nei primi mesi di vita.
Le parole del chirurgo pediatrico: “Una procedura così complessa”
Giovanna Riccipetitoni , che ha diretto l’équipe pediatrica, ha spiegato che si è trattato di un “intervento di altissima chirurgia”. “Per una procedura così complessa era necessario disporre di elevate competenze di terapia intensiva” ha rivelato a Adnkronos. Il direttore del Tin Stefano Ghirardello ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra fra i medici che hanno seguito il caso del bambino di 10 mesi. “Grazie al supporto dei colleghi chirurghi e anestesisti, il decorso post-operatorio si è svolto senza complicanze, contribuendo al successo di questo difficile intervento chirurgico” ha osservato.