Vai al contenuto

Anziani morti in Rsa durante la prima ondata Covid a Vercelli: chiesto rinvio a giudizio per 5 persone

Pubblicato: 28/07/2021 10:40

Chiusura indagini sulla morte di oltre 45 anziani in una Rsa a Vercelli durante la prima ondata Covid: la Procura avrebbe concluso con una richiesta di rinvio a giudizio a carico di 5 persone. Tra le ipotesi di reato, a vario titolo, anche omicidio colposo e omissione di atti d’ufficio. I decessi finiti al vaglio degli inquirenti sarebbero avvenuti tra il marzo e l’aprile 2020.

Anziani morti in Rsa durante la prima ondata Covid a Vercelli: 5 persone verso il processo

La Procura di Vercelli, riporta Ansa, ha chiuso le indagini sulla morte di oltre 45 anziani ospiti di una casa di riposo, decessi avvenuti durante la prima ondata della pandemia da Coronavirus, tra marzo e aprile dello scorso anno. Per 5 persone, accusate, a vario titolo, di reati quali omicidio colposo e omissione di atti d’ufficio, sarebbe scattata la richiesta di rinvio a giudizio. Diverse le posizioni che sarebbero state stralciate.

L’inchiesta su quanto accaduto nella struttura era stata avviata dall’ex pm di Vercelli, Davide Pretti, ed è poi passata al pubblico ministero Carlo Introvigne. Quest’ultimo, secondo l’agenzia di stampa, avrebbe riformulato le ipotesi facendo cadere quella di epidemia colposa.

Anziani morti in Rsa a Vercelli: le indagini e le intercettazioni

Le indagini sono scattate per l’accertamento di eventuali responsabilità in merito all’elevato numero di decessi registrati nella struttura, morti, riferisce ancora Ansa, da ricondurre alla diffusione del Covid-19 tra personale e anziani ospiti della Rsa.

Nell’alveo dell’inchiesta sarebbero confluite alcune intercettazioni sconvolgenti, riportate da Repubblica, che riguarderebbero alcune conversazioni telefoniche tra un medico 118 e l’ospedale: “Stiamo parlando di vecchietti da 85 a 96 anni… Ho fatto il medico per salvare tutti, ma in questo caso bisogna andare giù duri...”, “Ho parlato con l’unità di crisi, con la vostra direzione sanitaria e con te, concordiamo tutti a lasciarli al loro posto belli tranquilli”. “A posto – sarebbe la risposta cristallizzata tra le registrazioni – anche io farei… presto dovranno portare le bare“.

Devo essere sincero, non avevo molte speranze che si arrivasse a individuare dei responsabili. Ora ho un po’ più fiducia nella giustizia e andrò al processo. Voglio vedere in faccia chi ha fatto quelle cose e chi ha detto quelle frasi agghiaccianti“. Questo, affidato allo stesso quotidiano, il commento di un parente di uno degli anziani morti nella Rsa.