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Criteri ESG: banche e assicurazioni italiane “promosse”

Pubblicato: 05/08/2021 11:01

Buone notizie sul fronte della sostenibilità per le istituzioni finanziarie del nostro Paese. EY Sustainable Finance Index, il benchmark globale che mette a confronto oltre 1.100 società di servizi finanziari (banche, assicurazioni, società di gestione patrimoniale e del risparmio) in relazione ai parametri ESG e alla qualità dell’informativa sulla sostenibilità, ha “promosso” le banche e le assicurazioni italiane. L’indice monitora oltre 200 informative relative ai fattori ESG di oltre 1.100 istituzioni finanziarie (comprese 806 banche, 217 compagnie assicurative e di riassicurazione e circa140 società di gestione patrimoniale e del risparmio) in tutto il mondo. Inserendo i dati in un sistema di punteggio da 1 a 10, classifica i paesi man mano che progrediscono nel loro percorso verso la sostenibilità, dando un valore da uno a dieci (il punteggio ESG).

Le assicurazioni italiane si distinguono nel mondo

Con un punteggio di 8,4 su 10 le assicurazioni italiane dominano quelle di tutti gli altri Paesi in termini di attività volte a limitare o ridurre il loro impatto ambientale. E si comportano bene anche nella gestione dell’energia e nell’attività sui cambiamenti climatici. A livello italiano, le compagnie assicurative ottengono un punteggio di 6,7 sulle attività ESG (contro il 5,8 a livello globale) e comunicano il 71% dei parametri ESG (contro il 55% della media globale). Il settore assicurativo italiano si distingue nel mondo anche riguardo alle tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli informatori (whistle-blower). Inoltre, ottiene buoni risultati sia in relazione al contributo allo sviluppo della comunità attraverso iniziative di responsabilità d’impresa, sia sul fronte dell’attenzione ai dipendenti e dello sviluppo delle competenze.

Governance e diversity da migliorare

Riguardo agli aspetti di governance, le compagnie assicurative dell’Italia ottengono un punteggio medio di 5,9 inferiore a quello globale (6,4). Pesano su questa performance il basso punteggio in tema di trasparenza sulle attività e sulla composizione del consiglio di amministrazione, soprattutto riguardo alla diversity. La percentuale media di membri esecutivi di sesso femminile nei CdA è dell’8% contro il 17% a livello globale. Anche la performance relativa all’equità della retribuzione è inferiore alla media globale.

EY Sustainable Finance Index criteri ESG
Il

Istituzioni finanziarie italiane: bene i parametri ambientali

Le banche del Paese hanno performance superiori alla media globale sui parametri ambientali, mentre ottengono punteggi più bassi sugli aspetti sociali e di governance. Riguardo all’ambiente, gli intermediari italiani hanno un punteggio ESG di 6,1 ben superiore alla media globale (2,8). E un livello di divulgazione del 45% (contro il 23% della media globale). Le banche del Paese si distinguono per una gestione energetica efficiente e le buone pratiche sulle emissioni. Mentre c’è un margine di miglioramento riguardo all’inclusione dei fattori ambientali nelle scelte di finanziamento, alla gestione delle terze parti e alla selezione dei fornitori. Le banche in Italia risultano invece deboli in termini di equità della remunerazione, attenzione allo sviluppo della comunità in cui operano (una sola banca su 20 segue le linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali), riservatezza dei dati e protezione degli informatori.

E in Europa? Buone performance su tutti gli indicatori ESG

Le compagnie assicurative europee sono un passo avanti rispetto alle compagnie del resto del mondo riguardo alle attività ESG. Nel 2020, il mercato assicurativo del continente ha ottenuto un punteggio di 6,6 per l’attività ESG, contro una media globale di 5,8. Riguardo alla comunicazione, le assicurazioni europee stanno divulgando una media del 64% dei parametri ESG, contro il 55% a livello globale. Anche le banche europee superano quelle del resto del mondo nella divulgazione di ciascuna delle tre componenti ESG. Comunicando il 60% dei parametri dell’Indice contro il 48% della media globale. Con le banche più grandi che tendono a comunicare più di quelle piccole.