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Regioni verso la zona gialla: quali sono le zone che rischiano il passaggio di colore

Pubblicato: 17/08/2021 16:43

La situazione del Covid-19 in Italia parla di una Sicilia e una Sardegna sempre più a rischio di passaggio in zona gialla. L’estate ha visto passare il suo ferragosto e sembra che le regioni più a rischio siano famose mete turistiche dei vacanzieri italiani e non.

La situazione in Sicilia

La Sicilia avrebbe quindi superato la soglia del 15% per i ricoveri in area medica ma non critica. Stando a quanto rivela Agenas, dal 16 agosto, la regione si attesta al 16% del tasso di occupazione dei reparti con un aumento dell’1%., superando quindi la soglia decisa dal governo. Non c’è solo la Sicilia però: la Calabria è al momento ferma al 14% (+1%), mentre la Sardegna a 9% (+1%) e la Basilicata al 10% (+1%).

A proposito poi di Covid e green pass, il presidente della Regione Nello Musumeci, in attesa della risposta del Garante per la protezione dei dati personali, ha temporaneamente sospeso l’art.5 dell’ordinanza n. 84 del 13 agosto scorso su “l’accesso dell’utenza agli uffici pubblici e a tutti gli edifici aperti al pubblico” che prevede l’obbligo del Green pass.

Cosa rischia la Sardegna

La Sardegna, invece, ha passao la soglia massima del 10% prevista per le terapie intensive dalle nuove regole e si porta all’11% (+1%) secondo i dati sempre dall’Agenas e sempre relativi alla giornata del 16 agosto. Sarebbe la terza settimana consecutiva in cui la Sardegna si trova vicino al passaggio di colore in zona gialla, spiega Ansa: a questo punto se il numero dei casi per 100mila abitanti dovesse arrivare 150, come stabilito dalle regole, restando sopra soglia la pressione sulle intensive, a quel punto passerebbe in zona gialla.

In classifica, dopo la Sardegna, c’è la Sicilia con il 9%, poi il Lazio al 7%, la Toscana al 6%, e infine Liguria e Puglia al 5%.

L’occupazione delle terapie intensive in Italia

Stando a quanto riporta Ansa, sale anche il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva in Italia. L’Italia si attesta al 5% con un incremento dell’1%. Il tasso di occupazione dei reparti invece resta fisso al 6%

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