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Parroco arrestato con l’accusa di spaccio a Prato, convolto in inchiesta su feste a base di droga dello stupro

Pubblicato: 14/09/2021 15:57

Parroco arrestato a Prato con l’accusa di spaccio e importazione di stupefacenti: l’inchiesta che vede coinvolto il sacerdote, 40 anni, riguarderebbe una trama di presunte feste e incontri a base di sostanze quali Gbl, la cosiddetta “droga dello stupro”, e cocaina. Attualmente, ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Nicolosi, si trova agli arresti domiciliari, con misura cautelare disposta dal gip Francesca Scarlatti.

Parroco arrestato con l’accusa di spaccio a Prato, indagini su droga dello stupro e cocaina

Il parroco arrestato a Prato, secondo quanto riportato dall’Ansa, è don Francesco Spagnesi, sacerdote 40enne su cui graverebbero le accuse di spaccio e importazione di stupefacenti. Nello specifico, riferisce ancora l’agenzia di stampa, sarebbe coinvolto in un’indagine della polizia su presunte feste a base di Gbl, la cosiddetta “droga dello stupro”, e cocaina. Attualmente per l’uomo sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari su richiesta, accolta dal gip Francesca Scarlatti, presentata dalla locale procura.

Parroco arrestato a Prato, le indagini

Il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi, ha tracciato il perimetro delle indagini ai microfoni della stampa, come riporta Repubblica, mantenendo il massimo riserbo sugli aspetti più dettagliati dell’inchiesta. Il sacerdote avrebbe recentemente lasciato gli incarichi che aveva assunto nella Parrocchia dell’Annunciazione, nel quartiere pratese della Castellina. Secondo gli inquirenti, la droga dello stupro sarebbe acquistata online e sarebbe stata pagata con le offerte dei parrocchiani, quindi ceduta, nel contesto di presunti festini, a ospiti contattati attraverso siti web di incontri.

L’oggetto dell’indagine giudiziaria – ha spiegato Nicolosi – riguarda l’importazione reiterata di notevoli quantitativi di Gbl e lo spaccio, la cessione, durante questi incontri, della stessa sostanza e di cocaina. La vicenda è molto delicata sia per i protagonisti (2 le persone sotto misura cautelare dei domiciliari, ndr) sia per la diffusività e la platea delle persone che potrebbero risultare coinvolte sia nella partecipazione a questi incontri sia per quanto riguarda le somme che risulterebbero distratte o acquisite con modalità truffaldine“.