Vai al contenuto

Claudia Rivelli a processo per detenzione di droga. La sorella di Ornella Muti trovata con droga dello stupro

Pubblicato: 17/09/2021 14:00

Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, è finita a processo a Roma per detenzione di droga. Le sostante sono state trovate in casa sua, arrivate con un pacco; nonostante l’attrice si sia difesa, il giudiche ha comunque convalidato l’arresto (senza però applicare misure cautelari).

Claudia Rivelli è stata un’attrice, ha raggiunto l’apice della sua carriera negli anni d’oro dei fotoromanzi della Lancio, girati soprattutto negli anni ’70. Anche Claudia Rivelli coltiva l’hobby della pittura; è stata protagonista della pelicola Due volte Giuda ed è stata sposata prima con un produttore spagnolo e poi con Paolo Leone (figli dell’ex Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone), dal loro matrimonio sono nati i figli Luca Maria e Giovanni.

Claudia Rivelli a processo a Roma

Claudia Rivelli, 71enne sorella di Ornella Muti, è stata arrestata con l’accusa di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. L’ex attrice si è presentata in tribunale a Roma per l’udienza di convalida del provvedimento presieduta dal giudice Valentina Valentini. I fatti risalgono allo scorso mercoledì quando, durante una perquisizione, la Polaria di Fiumicino ha rinvenuto tre flaconi contententi un litro di Gbl, comunemente nota come droga dello stupro.

A difendere Claudia Rivelli in tribunale c’era l’ex marito Paolo Leone, su di lei il magistrato ha disposto il ritorno alla libertà senza condizionarlo a misure restrittive della libertà personale dato che Rivelli non aveva precedenti. L’arresto è stato comunque convalidato.

L’inchiesta su Claudia Rivelli e la difesa

L’arresto di Claudia Rivelli è arrivato a seguito di un’inchiesta durata tre mesi su un traffico di droga Gbl condotta dalla Polaria di Fiumicino. Nell’indagine sono state seguite le tracce dei flaconi di droga spediti dall’estero in vari pacchi. Il pacco che ha portato all’arresto della Rivelli, riferisce Il Corriere della Sera, era stato inizialmente portato nell’appartamento della madre e poi nel suo.

Scattato il mandato di perquisizione, l’attrice ha detto che uno dei flaconi lo avrebbe spedito al figlio che lo usa per lavare la macchina; invece lei, come ricostruito da Il Messaggero, ha spiegato che: “La sostanza la usavo per pulire l’argenteria e una delle due auto di mio figlio che è rimasta a Roma. Quelle bottiglie le ha ordinate lui su internet, io non sono capace. Una la dovevo mandare a lui perché gli serviva in Inghilterra, dove è legale, l’altra arrivata a casa era un ordine che aveva fatto partire lui in aggiunta, perché il primo non lo consegnavano. Un flacone, poi, io lo tengo sempre a casa per fare le pulizie insieme alla domestica“.

Aggiungendo: “Era arrivato lì perché quell’ordine era stato chiesto da mia madre a mio figlio. È stata lei a far conoscere a noi le proprietà di questa sostanza per la pulizia e voleva che avessi una bottiglia di scorta anche io. Lei la usava sempre per gli arredi in argento e i metalli”. Una consulenza disposta dalla procura ha confermato però che non si trattava di detersivi ma di Gbl; Claudia Rivelli sarà giudicata con rito ordinario, la prima udienza sarà a febbraio.