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Il buco nell’ozono ha raggiunto un’estensione da record: cosa dicono i dati e perché è importante contenerlo

Pubblicato: 20/09/2021 13:26

Tra metà settembre e metà ottobre il buco nell’ozono raggiunge la sua massima estensione, in corrispondenza con la primavera australe. Pochi giorni fa, però, le rilevazioni hanno mostrato che si tratta di un’estensione tra le più grandi degli ultimi anni.

Il buco nell’ozono ora è più grande dell’Antartide

Le osservazioni sono state condotte dal satellite Sentinel 5P e i dati sono stati raccolti ed elaborati nell’ambito del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio. È così emerso che il buco nell’ozono, dopo la chiusura temporanea risalente a 8 mesi fa, si è esteso al punto da aver superato le dimensioni dell’Antartide. Le dimensioni registrate al Polo Sud sono infatti di circa 23.000.000 di km quadrati, mentre l’Antartide si estende per 14.200.000 km quadrati.

Si tratta di un’estensione tra le più ampie e profonde registrate negli ultimi anni: supera del 75% le misure rilevate in questo stesso periodo dal 1979. Secondo Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, il buco nell’ozono è simile a quello osservato nel 2020 ma sarebbe molto più duraturo.

Buco nell’ozono: che cos’è e perché si forma

Il buco nell’ozono si forma ogni anno nel periodo della primavera australe, che va da agosto a ottobre. Si tratta di un assottigliamento annuale dello strato, situato a un’altezza di 20/30 km, in cui l’ozono si concentra e assorbe i raggi ultravioletti provenienti dal Sole, capaci di danneggiare il Dna degli esseri viventi. Il picco di questo assottigliamento avviene tra la metà di settembre e la metà di ottobre e, fino a circa due settimane fa, i dati sarebbero stati aderenti alla norma. Poi, la settimana scorsa, sarebbe avvenuto l’aumento dell’estensione del buco nell’ozono.

Dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio, tuttavia, arriverebbe una rassicurazione sul fenomeno: quando nell’emisfero australe sopraggiunge l’estate, infatti, i livelli di ozono tornano alla normalità. Si attende quindi che l’aumento delle temperature nella parte superiore dell’atmosfera rallenti la riduzione dell’ozono stratosferico, indebolendo il vortice polare e portando infine alla momentanea chiusura del buco nell’ozono entro dicembre.

Buco nell’ozono, il Protocollo che ne sancisce l’importanza

L’importanza del contenimento del buco nell’ozono è sancita dalla Giornata Internazionale per la Preservazione dello Strato di Ozono, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare la firma del Protocollo di Montreal avvenuta nel 1987. Aderirono 196 Stati, compresa l’Unione Europea. Tale Protocollo ha permesso di bandire i principali prodotti chimici responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono, in particolare gli alocarburi. In seguito, lo strato di ozono ha mostrato segni di recupero ma sarebbe necessario attendere fino al 2060 o 2070 per la completa eliminazione delle sostanze dannose per l’ozono.