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Figlio disoccupato e madre malata non hanno soldi per pagare le bollette: ora rischiano di non avere più acqua

Pubblicato: 29/09/2021 13:13

Un uomo disoccupato vive con sua madre a Portici, in provincia di Napoli. L’anziana è affetta da diverse patologie e lui non riesce da tempo a pagare i debiti con la società erogatrice dell’acqua. I 740 euro ricevuti mensilmente dalla pensione di reversibilità della madre e dal reddito di cittadinanza non sono sufficienti alla sussistenza di entrambi. Ogni mese la loro vita si fa più complessa.

Figlio disoccupato e madre malata vivono con 740 euro al mese

Arriva da Portici (Na) la storia che ha come protagonisti un uomo disoccupato a sua madre, una 92enne affetta da molteplici patologie. La loro storia è stata riportata da Fanpage.it, che ha intervistato il figlio dell’anziana. Circa 12 anni fa, l’uomo ha lasciato Milano, dove ha lavorato per circa 18 anni come autista di camion, per assistere la madre gravemente malata. “All’epoca aveva manifestato problemi di demenza senile” spiega oggi. “Mia mamma è stata ricoverata per tre mesi all’ospedale San Gennaro dei Poveri a Napoli. Quindi all’inizio ho lavorato saltuariamente, poi le sue condizioni si sono aggravate e non ho potuto più lavorare aggiunge spiegando la loro storia.

Per il figlio dell’anziana sarebbe stato impossibile trovare un uovo impiego e attualmente percepisce mensilmente 140 euro di reddito di cittadinanza. A questa cifra, si aggiungono inoltre i 600 euro di pensione di reversibilità della madre. “Poi– racconta ancora- c’è l’accompagnamento che però non calcolo mai, perché abbiamo una signora che aiuta mia mamma”.

Madre malata e figlio disoccupato non hanno soldi per pagare i debiti: rischiano di restare senza acqua

Oltre alle difficoltà quotidiane vissute al fianco della madre malata, da tempo il figlio deve far fronte a numerose spese mensili. Due conguagli da quasi 1.000 euro ciascuno nei due bimestri. Bollette da 280-350 euro per sole due persone” sono le sue parole. L’uomo racconta di aver cercato di pagare tutte le bollette che ha potuto negli ultimi mesi. “Poi parecchie non le ho potute pagare, perché mia mamma è finita all’ospedale e ci sono state le spese per i medicinalispiega. A far preoccupare in particolar modo l’uomo ora è il debito di 4.250 con la società erogatrice del servizio idrico domestico. L’uomo si è rivolto personalmente all’azienda, la Gori spa, ottenendo rassicurazioni.

“Mi dissero che era tutto apposto. Chiamai anche un idraulico, a mie spese, per vedere se ci fossero perdite, ma nulla” rivela. A luglio un dipendente della società ha posto un sigillo al contatore dell’uomo, senza però staccare l’acqua, erroneamente. L’uomo ha quindi chiesto l’intervento di un avvocato, mandando una lettera alla società, dalla quale non ha ottenuto risposta.

Recatosi di nuovo personalmente nella sede della Gori, ha trovato un dipendente che gli ha esposto la sola soluzione possibile. “Mi disse che potevano rateizzare, ma che avrei dovuto dare il 30% in anticipo, circa 1.500 euro, soldi che io non ho, e rate di 100 euro al mese” racconta.

Lo sfogo del figlio sui debiti: “Sto vivendo nel terrore”

Vista la gravità della situazione, l’uomo ha deciso di rivolgersi ai servizi sociali, ma nemmeno questo aiuto sembrerebbe aver risolto i problemi. “Ho esposto alla dottoressa la mia situazione e le ho presentato tutta la documentazione. Mi ha detto che avrebbe fatto una relazione alla Gori, esponendo la mia situazione di disagiospiega a Fanpage.it. Al suo ritorno a casa tuttavia ha ricevuto una chiamata che lo informava che nulla era ormai più fattibile a causa dell’“utenza cessata”.

“Sto vivendo nel terrore ho l’ansia e non riesco a dormire” ammette, parlando del timore che l’acqua venga loro sottratta. “Mia mamma senza non può stare” osserva. “Sto facendo una lotta perché voglio pagare, ma non ho i soldi per poter dare quest’anticipo” il suo disperato appello. “Il Movimento 5 Stelle e i Verdi si stanno interessando– conclude- oggi hanno un appuntamento proprio con gli assistenti sociali, per capire perché non si può procedere”.