La riforma del catasto è nell’aria da qualche tempo ed è attesa tramite una legge delega inserita nel contesto di una revisione del sistema tributario italiano. Sarebbero già stati delineati i primi obiettivi da cui partire, grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie.
Riforma del catasto, quali sono i possibili punti di partenza
Tra le priorità da cui partire per la riforma del catasto vi sarebbe l’aggiornamento dei dati contenuti negli archivi informatici, modernizzando dunque la mappatura degli immobili. Il Governo intenderebbe riprendere a cercare i terreni e gli immobili fantasma, dopo che tra il 2010 e il 2012 furono scoperti 1.200.000 immobili non accatastati e furono di conseguenza recuperati 537.000.000€. Questa volta, però, la ricerca potrebbe essere supportata dall’impiego di droni e dall’uso dell’informatica, incentivando la collaborazione dei Comuni. Gli enti locali saranno supportati dall’intervento dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha assorbito l’Agenzia del Territorio, nella ricerca di:
- Immobili e terreni non censiti o abusivi, la cui destinazione d’uso può essere cambiata;
- Immobili che non rispettino la reale consistenza, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita.
Riforma del catasto: le altre misure di cui si attendono notizie
Al momento, oltre a questo primo punto di partenza vi sarebbe anche la volontà di inserire il valore di mercato di un immobile accanto a quello degli estimi catastali, proprio come avviene nei casi di compravendita. Per tale valore si vorrebbe prevedere anche un costante aggiornamento. Per quanto riguarda gli immobili storici, invece, i valori di mercato potrebbero essere calmierati e dovrebbero essere tenuti in considerazione i costi di gestione, spesso onerosi. L’inserimento dei prezzi di mercato non dovrebbe influire sulla tassazione.
Poiché l’integrazione dei dati degli estimi con quelli di mercato sarebbe prevista a partire dal 2026, restano ancora molte decisioni da prendere circa la riforma del catasto. In particolare, si attendono conferme relative a:
- Eventuale sostituzione dei vani catastali con i metri quadri;
- Ipotesi di riforma della classificazione degli immobili;
- Possibile riequilibrio degli estimi tra le zone centrali e le periferie delle città.