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Lutto per Morgan e i Bluvertigo: è morto il fotografo della band. Il messaggio d’addio del cantautore

Pubblicato: 12/10/2021 13:01

Lutto per Morgan e i Bluvertigo: è morto Max Quinque, lo storico fotografo delle copertine dei dischi della band. Il messaggio di addio è arrivato attraverso il profilo Instagram del cantante, che ha rivolto un pensiero speciale al suo collaboratore: “Era simpaticissimo, parlava, ma tanto, tanto, più di me“.

Lutto per Morgan e i Bluvertigo: è morto il fotografo della band

Un grave lutto ha investito Morgan e la sua famiglia musicale dei Bluvertigo: è morto Max Quinque, lo storico fotografo delle copertine dei dischi della band. È stato lo stesso cantautore a rivolgergli un messaggio d’addio, condividendo sul proprio profilo Instagram un pensiero speciale al suo fedele collaboratore. Quinque, come spiegato da Morgan, ha progettato e immortalato alcune storiche copertine della band: da quella dell’album Zero a quelle dei singoli Fuori dal tempo e La crisi. È stato anche la mente “di tante altre cose bellissime, originali, moderne, sperimentali, forti, folli, colte, che hanno lasciato il segno“. Per Morgan è stato un fedele collaboratore ed ha contribuito alla crescita artistica dei Bluvertigo, progettando per loro idee sempre innovative.

Morgan ricorda Max Quinque anche sotto il profilo caratteriale, spiegando come sia stata una persona energica e solare: “In tutta la mia vita Max è la persona più “parlante” che abbia mai incontrato. Era simpaticissimo, parlava, ma tanto, tanto , più di me, e non so se mi spiego“.

Morgan ricorda Max Quinque su Instagram

A corredo del messaggio fiume condiviso su Instagram, Morgan ha condiviso con i propri followers una serie di scatti frutto del genio artistico di Max Quinque. Scatti che rappresentano alcune tra le principali storiche copertine dei Bluvertigo, tra singoli e album, pensate dal compianto fotografo e destinate a rimanere eterne.

Dettagliato e commovente anche il ricordo dell’estro artistico del compianto collaboratore di Morgan: “Aveva tanto da dire e lo diceva, a noi piaceva tantissimo e lavoravamo molto volentieri. Max suonava, eccome: con la stessa velocità e quantità di informazioni con cui parlava suonava la chitarra elettrica. E ne sanno qualcosa i chitarristi quando Max arrivava in sala prove e prendeva una chitarra ci stendeva con degli assoli di cui non si riusciva a capire le note che faceva da quanto era veloce“.