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Marco Montemagno al Salone del Libro, le scuse non bastano: il sessismo diventa strategia di marketing

Pubblicato: 16/10/2021 15:23

Marco Montemagno è stato ospite del Salone del Libro e sono riaffiorate le polemiche per le dichiarazioni sessiste fatte in un video poi rimosso. L’esperto di comunicazione ha poi pubblicato un video di “scuse”, promettendo impegno per ospitare voci femminili nei suoi spazi per discutere di questioni di genere. Montemagno, purtroppo, già con il dispiacere per le sue uscite tirato fuori a favor di camera non è riuscito a convincere, e al Salone del Libro ha dimostrato ancora una volta che più che una sincera presa di coscienza, l’episodio è stato l’ennesimo colpo di marketing. A volte le scuse non bastano, specialmente se si dimostrano prive di consapevolezza alla prova dei fatti.

Marco Montemagno, al Salone del Libro la prova di marketing a spese delle donne

Che Marco Montemagno sia un comunicatore eccezionale è fuori di dubbio. Con i suoi video è diventato il guru di migliaia di persone, istruendo le masse sul modo migliore di interagire sul web spingendo sull’autopromozione, specialmente la propria. La sua presenza al Salone del Libro è dunque giustificata dall’enorme seguito, scalfito recentemente da dichiarazioni indiscutibilmente sessiste in merito alle “ragazzette che mostrano le pere su TikTok“.

Montemagno ha postato un video in cui, con aria afflitta, si scusava per quanto detto, definito da lui stesso “vergognoso e offensivo“. Oggi, durante l’incontro nell’evento letterario, ha affrontato il discorso sostenendo la sua magnanimità, dato che non tutti si sarebbero scusati. Un gesto non dovuto ma concesso, dunque, e a quanto pare con un unico obiettivo. Le scuse, si evince, sono diventate una manovra di marketing al pari degli altri suoi video e d’altronde il re del saper vendere se stessi rimane fedele alla sua meritata fama.

Perché non abbiamo bisogno delle scuse di Marco Montemagno

Durante la presentazione al Salone del Libro, dal pubblico si è levata anche una voce femminile, che ha spiegato come secondo lei Montemagno non avrebbe dovuto proprio scusarsi. Questo è poco ma sicuro, ma non per le stesse ragioni, presumibilmente, della fan dell’esperto. Il comunicatore ha infatti dimostrato di non aver compreso il motivo esatto per cui tanta gente che fino a ieri lo idolatrava, chi più chi meno, si è scagliata con violenza virtuale contro di lui.

Il video in cui mostra il “sentito” dispiacere (e lo fa bene, essendo comunque un maestro del linguaggio verbale e non) è stata solo una risposta in riflesso alle critiche. Nessuna presa di coscienza sulla gravità e la misoginia delle sue parole, solo semplice e puro marketing per far rientrare la burrasca e tenersi stretti i follower. Le donne, ha spiegato, saranno invitate per parlare di “questi temi nel modo giusto“, cioè alle sue condizioni. Anche qui dare spazio a voci femminili per placare le critiche, facendo pesare la sua risonanza come influencer e “concedendo” il suo spazio.

Marco Montemagno: il maschilismo che si incontra con l’ego

Montemagno giustifica quanto detto dichiarandosi pieno di “bias“, essendo nato “negli Anni Settanta” che lo hanno “intriso di cultura italiana maschilista“. Qui la cultura maschilista, dilagante nel nostro Paese, come dimostra il numero sempre crescente di femminicidi, non può essere usata come scusa (di nuovo) per un comportamento così chiaramente incurante. Il comunicatore ha dimostrato come, dalla sua prospettiva, può dare lezioni a tutti. Dopo aver rimosso il video dello scandalo, ha impiegato il suo tempo rispondendo all’attivista Valeria Fonte con un “Mi sa che non ascolti per comprendere (da che pulpito, nda) ma per avere ragione. Chiudi le gambe che fa freddo!“.

Insomma, non è una questione della condizione delle donne, dei bias di cui siamo vittime e vittimi, ma di Marco Montemagno e del suo ego. Ha sbagliato sì, ma ne sa comunque più degli altri sull’argomento ed è così umile da aver chiesto scusa e promesso di trattare l’argomento “per comprendere meglio“. Così da poter guardare avanti e continuare a far finta di “essere dalla parte giusta”, o almeno facendolo credere ai suoi follower. D’altronde, è tutta una questione di marketing.