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Trapianti, una donna ha ricevuto un rene appartenuto a un maiale: i risultati dopo l’operazione

Pubblicato: 21/10/2021 10:15

Per la prima volta, un delicato caso di trapianto di rene non ha portato al rigetto immediato dell’organo. Si tratterebbe di un caso unico che potrebbe aprire nuove possibilità per i pazienti in attesa di trapianto: l’organo, infatti, apparteneva a un maiale. Ecco che cos’è successo e quali sono le speranze per il futuro in questo ambito.

Trapianto di rene, che cos’è successo dopo l’operazione

L’operazione è avvenuta presso la NYU Langone Health di New York. Il rene di maiale è stato trapiantato nel corso di un esperimento temporaneo su una donna, tenuta in vita artificialmente, che manifestava una disfunzione renale. Sarebbe stata la famiglia ad acconsentire a questo esperimento e, come risultato, l’organo non sarebbe stato rigettato. Il dottor Robert Montgomery, il chirurgo che ha seguito l’esperimento, ha riferito all’agenzia Reuters come “I risultati dei test sul rene trapiantato sembravano normali”. Infatti, l’organo avrebbe “prodotto la quantità di urina che ci si aspetterebbe da un rene umano trapiantato e non c’erano prove di un rigetto vigoroso e precoce, cosa che capita con i reni di maiale non modificati quando vengono trapiantati in primati non umani”.

Trapianti con gli organi di maiali: come funzionano

Il rene apparteneva a un maiale geneticamente modificato in modo che i suoi tessuti risultassero privi di una molecola capace di provocare un rigetto immediato. Denominato GaleSafe e sviluppato dall’unità Revivicor di United Therapeutics Corp, questo animale era stato approvato a dicembre 2020 dalla U.S. Food and Drug Administration sia come cibo per tutte quelle persone allergiche alla carne, sia per un potenziale uso nelle terapie. L’organo sarebbe stato quindi attaccato ai vasi sanguigni della paziente, in stato di morte cerebrale, e mantenuto per 3 giorni al di fuori del corpo, così che i ricercatori potessero accedervi per monitorare l’andamento dell’esperimento. I livelli di creatinina nella paziente, inizialmente irregolari a indicare una scarsa funzionalità renale, sarebbero tornati nella norma dopo il trapianto.

Quali potrebbero essere le nuove opportunità per i pazienti in attesa di trapianto

In seguito a questo esperimento, i ricercatori starebbero considerando l’ipotesi di effettuare altri trapianti con organi prelevati dai maiali GalSafe, per esempio valvole cardiache o innesti cutanei. Secondo il dottor Montgomery, questa soluzione potrebbe essere temporanea, in attesa di organi provenienti da donatori umani, oppure diventare permanente. Come riporta Reuters, infatti, per la United Network for Organ Sharing negli Stati Uniti sono circa 107.000 le persone in attesa di un trapianto di organo, di cui 90.000 hanno bisogno proprio di un rene. Per questi ultimi pazienti, i tempi di attesa oscillerebbero fra i 3 e i 5 anni. Montgomery ha sottolineato a Reuters come “per molte di queste persone il tasso di mortalità è alto quanto quello dei malati di cancro, e per i malati di cancro non ci si pensa due volte prima di usare nuovi farmaci ed effettuare nuovi esperimenti, se ciò può dare loro qualche mese in più di vita”.