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Stop alle forniture di gas: Lukashenko minaccia l’Europa. È la sua riposta alle sanzioni sulla crisi migranti

Pubblicato: 11/11/2021 16:14

La nuova crisi dei migranti ammassati al confine con la Polonia si sta rivelando una polveriera pronta ad esplodere soprattutto a causa del ruolo del governo di Minsk. Ad acuire questo stato di tensione tra l’Unione Europea e la Bielorussia di Lukashenko (accusato dal governo polacco di essere l’architetto di questa nuova crisi) potrebbe culminare con l’interruzione delle forniture di gas. Questa la minaccia di Lukashenko in risposta alle possibili nuove sanzioni di Bruxelles.

Una situazione di crescente tensione nella quale a farne le spese sono le circa 4mila persone ammassate al confine, migranti che cercano di entrare in Europa passando attraverso la Polonia e che, secondo le accuse rivolte a Lukashenko, la Bielorussia starebbe aiutando spingendo i migranti a distruggere le barriere.

Lukashenko minaccia l’Europa: stop al gas

Forniamo all’Europa il riscaldamento e i Paesi europei ci minacciano di chiudere le frontiere. E se noi interrompessimo il transito di gas diretto all’Europa? Sta a loro decidere. Se chiudono le frontiere, lasciamo che lo facciano” queste sarebbero le parole pronunciate dal Presidente bielorusso Lukashenko al suo ministro degli Esteri, come si legge su Rai News rifacendosi all’agenzia Belta, Lukashenko avrebbe anche aggiunto: “Avvertire tutti gli europei che se introdurranno nuove sanzioni ‘indigeribili’ e inaccettabili per noi, risponderemo” e ancora “Come risponderemo? Lo abbiamo concordato circa un anno fa. Quindi raccomanderei alla leadership polacca, a quella lituana e ad altre personalità prive di senno di pensare prima di parlare. Non ci fermeremo di fronte a nulla per proteggere la nostra sovranità e indipendenza“.

Lukashenko fa riferimento al gasdotto Yamal che, originandosi in Russia, procede nel suo percorso attraversando Bielorussia, Polonia e Germania. Il tratto bielorusso è stato costruito nel 2006 e appartiene all’azienda russa Gazprom.

L’Unione Europea non teme le minacce di Lukashenko

L’Europa sta fronteggiando una pesante crisi energetica che ha portato all’aumento in bolletta dei prezzi di luce e gas, per questo l’UE sta lavorando su obiettivi a medio e lungo termine per appoggiarsi a soluzioni più sostenibili e meno dipendenti dalle forniture di gas. Proprio su questo si è basata la risposta del commissario UE dell’economia Gentiloni in conferenza stampa: “Certamente non ci facciamo intimidire dalle minacce di Lukashenko. Quando parliamo di autonomia strategica dell’UE in campo energetico sarà fondamentale nel medio termine, nel breve certamente dobbiamo lavorare per utilizzare al meglio le relazioni esistenti, sia con il Nord Africa, con la Norvegia , con la Russia“.

Cosa c’entra la crisi dei migranti in Polonia con la Bielorussia di Lukashenko

Pochi giorni fa il governo di Varsavia ha fatto sapere che sono circa 4mila i migranti ammassati al confine con la Polonia e che disperatamente stanno cercando di entrare in Europa. L’accusa del governo polacco è che a spingere queste persone al confine è il governo bielorusso, come riferito dal portavoce dei servizi speciali di Varsavia Stanislaw Zaryn le forze speciali hanno “Sparato colpi in aria, simulando azioni pericolose” aggiungendo che “Le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione“.

Il governo polacco ha predisposto circa 15mila soldati a presidiare il confine, ad ora sono circa 50 le persone arrestate, incalcolabili quelle respinte. “La polizia ha arrestato più di 50 persone vicino a Bialowieza dopo che avevano attraversato illegalmente la frontiera” ha dichiarato all’Afp Tomasz Krupa. Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Difesa, Mariusz Baszczak, “Non è stata una notte tranquilla. Ci sono stati molti tentativi di rompere la linea, ma tutti coloro che l’hanno attraversata sono stati arrestati.(…) Voglio comunque rassicurarvi che ci sono già 15mila uomini alla frontiera, soldati dell’esercito polacco. Il numero è stato aumentato e naturalmente, può essere aumentato ancora di più se necessario“.

La tensione è avvertita anche dalla Lituania, che ha dichiarato lo stato d’emergenza e ha vietato l’accesso a un’area di 5km lungo il confine. La condizione dei migranti si fa sempre più disperata ogni giorno che passa, ma gli occhi dell’Europa sono tutti puntati sulla Bielorussia, contro la quale ci sarebbero prove video evidenti di militari bielorussi che accompagnano numerose persone al confine polacco.

Le sanzioni alla Bielorussia e la risposta di Lukashenko

La Bielorussia, con il suo autocrate Aleksandr Lukashenko, vuole deliberatamente destabilizzare l’Unione Europea e per farlo si serve di migliaia di migranti che sono stati attratti in Bielorussia con l’inganno e la promessa di un transito verso l’Europa occidentale” ha fatto sapere la Commissione Europea.

La Polonia ha chiesto fin da subito all’UE di intervenire concretamente contro la Bielorussia con azioni concrete e, mentre il governo centrale ha sospeso i visti per i diplomatici bielorussi e ha fatto sapere di star preparando un quinto pacchetto di sanzioni, Lukashenko ha risposto accusando l’Europa e l’Occidente di voler provocare tensioni usando la crisi migratoria come scusa. Minsk ha accusato la Polonia di aver commesso brutalità contro migranti ignorando lo status di rifugiati: “A giudicare dalle numerose ferite sui corpi dei migranti, le forze di sicurezza polacche hanno maltrattato le persone e, usando la forza, le hanno spinte oltre una recinzione di filo spinato al confine con la  Bielorussia”.

Il ruolo della Russia di Putin nella crisi dei migranti in Polonia

Nella giornata di ieri la Polonia ha mosso un ulteriore accusa, dietro le azioni della Bielorussia ci sarebbe la regia della Russia di Putin, che da anni viene considerata la “sorella maggiore” del governo di Minsk e alla quale Lukashenko guarda. Sarebbero due le ipotesi al momento sul tavolo, quella che vede il presidente russo Putin tirare direttamente i fili della crisi per destabilizzare l’Europa o starebbe permettendo a Lukashenko di agire in questa maniera per mettere alla prova la tenuta dell’Unione Europea.

Secondo l’agenzia Reuters la Russia avrebbe inviato proprio nella giornata di mercoledì due bombardieri strategici Tu-22M3 a pattugliare lo spazio aereo bielorusso, una ulteriore manifestazione del sostegno al governo Lukashenko. L’annuncio è stato confermato dalla TASS, agenzia russa, che però ha fatto sapere che il governo russo ha precisato che la crisi migratoria non sarebbe correlata.

L’intervento di Angela Merkel in merito alla crisi migratoria

Mentre la tensione tra Paesi d’Occidente e l’est Europa si trasforma in una crisi politica che si gioca sulla pelle dei migranti, sulla questione è intervenuta anche l’ex cancelliera Angela Merkel che ha cercato di usare la sua influenza per convincere la Bielorussia a porre fine a questa “Disumana strumentalizzazione dei migranti”.

La Russia ha comunque espresso forte preoccupazione per la situazione al confine con la Polonia. “La situazione resta estremamente tesa, inoltre, le tensioni stanno crescendo. Siamo molto preoccupati. Comprendiamo la complessità della situazione, ma qui, ovviamente, crediamo che il problema de facto sia con le persone – si legge su Adn- Diverse migliaia di profughi non vogliono rimanere in Bielorussia e richiedono asilo nei Paesi europei”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov.