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Sergio Mattarella è uno dei Presidenti della Repubblica più amati di sempre, e fa bene a lasciare adesso

Pubblicato: 12/11/2021 16:48

A gennaio 2022 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella completerà il suo settennato alla Presidenza della Repubblica. Cosa succederà dopo? Gli scenari sono tutti aperti, ma una cosa sembra certa: Mattarella non vuole essere eletto di nuovo. Sette anni gli sembrano ampiamenti sufficienti. La Costituzione non vieta il doppio incarico, ma proprio qualche giorno fa il presidente ha citato uno dei suoi predecessori, Giovanni Leone, il quale chiese (nel 1975 con un messaggio al Parlamento) di introdurre il principio della non rieleggibilità sul Colle più alto.

Sergio Mattarella ha 80 anni (compiuti il 23 luglio). Fare il presidente della Repubblica è una fatica immane. Incontri su incontri, si lavora intensamente su più fronti. E le energie dopo gli 80 anni vengono meno. È saggio evitare di essere rieletto.

Mattarella: gli anni da Presidente della Repubblica

Il consenso presso l’opinione pubblica è sempre stato alto. Mattarella è stato decisamente un buon presidente.

Due eventi, tra i tanti, hanno contraddistinto il suo operato:

  1. Il veto alla nomina di Paolo Savona ministro dell’Economia del Governo Conte I (maggio 2018 dopo l’impressionante vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni). Savona – economista con un passato in Bankitalia durante il governatorato di Guido Carli – aveva maturato la convinzione che l’Italia dovesse uscire dall’euro; scrisse anche un “Piano B” indicando come gestire la transizione post-euro e il ritorno alla lira (Dio ce ne scampi!). Un progetto senza alcun senso che avrebbe mandato al macero il risparmio degli italiani.
  2. L’incarico a inizio febbraio 2021 al professor Mario Draghi – già banchiere centrale in Bankitalia e alla Banca centrale europea – di formare un nuovo governo. Una volta che il governo giallo-rosso (maggioranza M5S e Partito Democratico) Conte II perse i numeri in Parlamento, Mattarella non perse tempo e convocò immediatamente Draghi, l’italiano più stimato al mondo, per gestire il Piano di Ripresa e Resilienza e portare a termine le riforme che l’Unione Europea ci chiede da anni (e di cui abbiamo estremamente bisogno). Il cambio di passo tra Giuseppe Conte e Mario Draghi si è rilevato abissale.

Sergio Mattarella e l’assassinio di Piersanti Mattarella

Per capire a pieno perché le persone si comportano in un certo modo occorre studiare il passato, la vita trascorsa. Il passaggio rilevante della vita del Presidente Mattarella è stato senz’altro l’assassinio del fratello Piersanti, politico democristiano (allora presidente della Regione Sicilia), avvenuto a Palermo il 6 gennaio 1980. La mafia – con molte probabilità – si servì dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), nella persona di Giusva Fioravanti, per realizzare l’omicidio (cfr. Giuliano Turone, Italia Occulta, Chiarelettere, 2019).

Piersanti da presidente della regione iniziò una intensa politica riformatrice che si scontrò contro il potere mafioso anche di coloro – Vito Ciancimino, sindaco – che stravolsero l’urbanistica palermitana attraverso il famoso “Sacco di Palermo”, boom edilizio avvenuto tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, che stravolse la fisionomia architettonica della città di Palermo.

Vale la pena ricordare il pensiero del già procuratore capo di Palermo Gian Carlo Caselli (persona seria): “Piersanti Mattarella un democristiano onesto e coraggioso ucciso proprio perché onesto e coraggioso”.

Come si vive con un fratello ammazzato dalla mafia? C’è da domandarselo. Per capire lo sgomento, è sufficiente andare a rivedere la foto di Letizia Battaglia, arrivata di corsa sul luogo dell’agguato. Sergio Mattarella, stravolto, che trascina fuori dalla macchina il fratello colpito a morte.

Se volete capire perché Sergio Mattarella è stanco e non ha intenzione di proseguire da Presidente della Repubblica, leggete l’agenda presidenziale sul sito www.quirinale.it

Ogni giorno gli incontri, i discorsi, i ricevimenti, si susseguono a ritmo serrato. Una vita di inferno. A fronte di coloro che gridano contro il “Palazzo”, vi è invece la necessità di ringraziare coloro che si fanno carico di responsabilità che ognuno di noi è ben lieto di delegare.