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Uccise due attivisti di Black Lives Matter nelle proteste di Kenosha: assolto il 19enne Kyle Rittenhouse

Pubblicato: 19/11/2021 23:55

Una sentenza destinata a far discutere gli Stati Uniti quella che oggi ha scagionato Kyle Rittenhouse dalle accuse di omicidio per la morte di due manifestanti durante le proteste di Black Lives Matter. L’allora 17enne ha sparato a tre persone durante le manifestazioni di Kenosha, scoppiate a seguito al ferimento di Jacob Blake da parte di un poliziotto nell’agosto del 2020. Il Paese continua a fare i conti con una spaccatura sociale mai risolta, che dopo la morte di George Floyd ha dato nuova spinta al movimento per i diritti civili. La sentenza su Kyle Rittenhouse è considerata dagli attivisti l’ulteriore conferma di un sistema che non funziona per tutti allo stesso modo.

Kyle Rittenhouse assolto: uccise due attivisti di Black Lives Matter

Kyle Rittenhouse avrebbe agito per legittima difesa secondo la giuria che oggi l’ha scagionato dall’accusa di omicidio e da altri cinque capi d’accusa per la morte di due attivisti di Black Lives Matter, Joseph Rosenbaum e Anthony Huber. Il 19enne di Antioch, Illinois, durante le proteste scoppiate a seguito del ferimento di Jacob Blake ad opera di un agente di polizia a Kenosha, Wisconsin, si è unito a una milizia cittadina formatasi con lo scopo di “proteggere la città”.

Armato di un fucile AR-15, è stato immortalato in diversi video mentre si aggirava per le strade scosse dalla protesta. Per quanto il movimento Black Lives Matter abbia abbracciato la non violenza a livello nazionale, in alcuni casi le manifestazioni sono degenerate in episodi di saccheggio e in scontri con la polizia. Questo stava accadendo a Kenosha quella sera, quando, secondo Thomas Binger, il procuratore che ha trattato il caso, Rittenhouse sarebbe andato “in cerca di guai“. Il ragazzo è stato descritto da Binger come un “aspirante soldato” parte dei “turisti del caos” che quella sera si aggiravano per la città con le armi in bella vista, presidiando negozi e litigando con i manifestanti.

Le proteste di Black Lives Matter a Kenosha

A Kenosha in quei giorni la tensione era alta per la sparatoria che lasciò paralizzato Jacob Blake, pochi mesi dopo la morte di George Floyd. I manifestanti avrebbero lanciato bottiglie e fuochi d’artificio contro la polizia, che ha risposto con idranti e proiettili di gomma, come ricorda il New York Times. La serata era stata concitata, con il centro città barricato e la rabbia che correva tra chi era sceso in piazza.

I membri della milizia, alcuni in mimetica, avrebbero contribuito a scaldare gli animi, aggirandosi armati con l’intento dichiarato di proteggere le proprietà private nella zona della manifestazione. Dopo che la maggior parte dei manifestanti è defluita, Kyle Rittenhouse si sarebbe trovato in un diverbio e sarebbe stato inseguito da alcuni attivisti in un parcheggio.

Kyle Rittenhouse a Kenosha
Kyle Rittenhouse durante le proteste a Kenosha

A quel punto si sarebbe sentito uno sparo, indirizzato in aria, e l’allora 17enne si è girato e ha aperto il fuoco. Ha colpito diverse volte Joseph Rosenbaum, per poi continuare a fuggire. Ha poi sparato un’altra volta colpendo altre due persone, Anthony Huber, deceduto, e Gaige Grosskreutz, ferito al braccio.

Rittenhouse in lacrime alla lettura della sentenza

Rittenhouse ha manifestato grande emozione alla lettura della sentenza, non riuscendo a frenare i singhiozzi. La giuria, composta da un solo afroamericano e a maggioranza da uomini, lo ha scagionato dopo 26 ore di deliberazione, mentre fuori dal tribunale diversi manifestanti si riunivano, chi in sostegno del 17enne e chi per mostrare supporto alle famiglie delle vittime. Urla di gioia sono state lanciate da parte dei sostenitori di Rittenhouse alla lettura del verdetto.

Una sentenza che fa discutere gli Stati Uniti

Il processo è stato molto seguito e ha aperto un ampio dibattito in tutti gli Stati Uniti, non solo sulla presunta impunità di cui godono i cittadini bianchi rispetto alla minoranza afroamericana, ma anche su vigilanti e possesso di armi. Kyle Rittenhouse ha polarizzato l’opinione pubblica, con larga fetta dei repubblicani, tra cui lo stesso ex presidente Donald Trump, che si è schierato in sua difesa congratulandosi per l’assoluzione. Scoramento e rabbia da parte invece degli attivisti per i diritti civili. Per Black Lives Matter la sentenza è la dimostrazione di “un sistema che cospira per fortificare la supremazia bianca“, come ha twittato dal suo account.

Il presidente Joe Biden ha commentato la decisione della corte, dichiarando di sostenere la sentenza in quanto “il sistema giuridico funziona, e dobbiamo rispettarlo“. Frasi dette forse per raffreddare l’atmosfera, con le fratture sociali esplose durante le proteste della scorsa estate che non sono state risolte. La popolazione afroamericana non ha visto miglioramenti, anzi, il coronavirus ha contribuito a rendere più evidenti le diseguaglianze. Meno conciliante la vicepresidente Kamala Harris, che ha dichiarato che la sentenza “parla da sé“.