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Omicidio Meredith, Rudy Guede verso il fine pena. È l’unico condannato per il delitto di Perugia

Pubblicato: 22/11/2021 19:27

Sono passati 14 anni dall’omicidio di Meredith Kercher, ricordato come il delitto di Perugia, avvenuto nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2007. A seguito delle indagini sono finiti a processo l’ex studentessa statunitense Amanda Knox, l’allora fidanzato di lei, Raffaele Sollecito, entrambi assolti in via definitiva nel 2015, e Rudy Guede.

Lui è stato l’unico ad essere condannato (con rito abbreviato nel 2010) con una pena di 16 anni di carcere per la morte di Meredith. Dal 2019 Rudy Guede è in semilibertà, nel corso degli anni in carcere si è laureato (triennale) con 110 e lode in Scienze storiche del territorio e della cooperazione. Guede ha collaborato come volontario della Caritas di Viterbo e ora con un centro di studi criminologici. Ora, con un ulteriore sconto di pena, la sua pena potrebbe essere estinta.

In arrivo il fine pena per Rudy Guede

Sarà il magistrato per il tribunale di sorveglianza a decidere sulla richiesta di Rudy Guede di ottenere altri 45 giorni di sconto sul fine pena, previsto per il 4 gennaio 2022. Se dovesse acconsentire, l’ivoriano unico condannato per il delitto di Perugia potrebbe tornare libero immediatamente, in quanto il termine sarebbe stato il 20 novembre e quindi già trascorso.

Questo è quanto confermato dal legale di Rudy Guede, Fabrizio Ballarini, che ha spiegato che l’ivoriano è oggi affidato ai servizi sociali e ha già ottenuto mille e 100 giorni di sconto di pena sui 16 anni di reclusione che gli erano stati inflitti con il rito abbreviato.

Che cos’è la richiesta di sconto di pena

La procedura applicata su Rudy Guede non è insolita, si tratta in realtà di una procedura ordinaria prevista dall’ordinamento penitenziario italiano. Ai detenuti è consentito di richiedere uno sconto di pena di 45 giorni ogni sei mesi per buona condotta. La decisione, come nel caso di Rudy Guede, spetta al magistrato per il tribunale di sorveglianza.

Guede si è sempre proclamato innnocente e, come riferisce Repubblica, sull’esperienza in prigione aveva detto: “Il lavoro in carcere non è solo un valore e mezzo fondamentale di reinserimento, ma è anche necessità“.