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Cos’è per me la violenza sulle donne: una battaglia che ci vede tutti coinvolti. Nessuno escluso

Pubblicato: 25/11/2021 08:35

Il 25 novembre non è una data qualunque, è una giornata che, da 22 anni, è fissa sul calendario per contrastare la violenza sulle donne. Fisica, sessuale, verbale, psicologica: non esiste un unico prototipo di violenza. Perché una donna può essere violata nel corpo come nell’anima e, in entrambi i casi, restano in lei ferite difficili da rimarginare.

25 novembre: data simbolo di una causa comune 

17 dicembre 1999: una data spartiacque nella lotta contro le discriminazioni di genere e i reati subiti dall’universo femminile. In quella data, infatti, è stata istituzionalizzata dall’ONU la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricorrenza per la quale è stato designato come giorno ufficiale il 25 novembre. Da 22 anni in tutto il mondo tale giornata rappresenta un’occasione per dimostrare, una volta di più, come la strada da percorrere sia ancora lunga. Non solo nella rincorsa all’acquisizione e alla conquista di diritti di per sé fondamentali, che possano finalmente non avere distinzione di genere. Ma anche nella tutela della donna in quanto soggetto ancora oggi maltrattato da atti di violenza e sopraffazione da condannare senza riserva alcuna. 

Una battaglia che ci vede tutti coinvolti. Nessuno escluso

Ogni anno in questa ricorrenza l’Italia si tinge di rosso, il colore simbolo di questa incessante lotta, esibendo in strada o sui social il proprio sostegno e la propria vicinanza a una causa così importante. Dalle scarpe rosse da donna esibite nelle piazze di tutta la Penisola, sino ai volti tinteggiati di rosso di artisti, cantanti, personaggi dello spettacolo, della musica, della televisione e dello sport. Oltre alla gente comune, desiderosa anch’essa di non voler mancare a un così importante appuntamento con i diritti. Perché il 25 novembre è una data che accomuna ogni frammento della società: anno dopo anno si rinnova l’interesse collettivo per una battaglia che, direttamente o indirettamente, ci vede tutti coinvolti. Nessuno escluso 

Femminicidi in Italia: il quadro drammatico del 2021 

Il Ministero dell’Interno, nella sezione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, aggiorna costantemente il numero di omicidi in Italia, tra cui i femminicidi. E offre dati statistici che ci consegnano uno scenario drammatico. Stando all’ultimo monitoraggio, relativo al periodo 1° gennaio – 17 ottobre 2021, sono stati registrati 230 omicidi, con 95 vittime donne di cui 81 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste 81 donne, 56 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. 

Si tratta di cifre allarmanti che dimostrano, ancora una volta, come la piaga del femminicidio sia quanto mai attuale e si palesi attraverso differenti forme di violenza.  

Discriminazioni di genere oltre la violenza 

Un’altra forma di violenza, che lede i diritti e la dignità di una donna, sono le discriminazioni di genere. Basti pensare alle discriminazioni che le donne subiscono sui luoghi di lavoro, alle disparità di salario, alle posizioni che occupano nella scala gerarchica della nostra società. 

Discriminazioni che rappresentano, in sé e per sé, una vera e propria forma di violenza. Perché il giudizio che viene dato svantaggia per il solo fatto di essere donna. E non c’è modo peggiore di ledere la dignità di un essere umano: l’impotenza di non poter far nulla, solo perché deciso da altri in base a logiche di discriminazione. 

Questa è per me la violenza sulle donne

La strada tracciata dal 25 novembre è quella del rispetto e della tutela delle donne. Per questo, anche oggi, è opportuno celebrarla per non dimenticare. Non dimenticare le violenze – in ogni sua forma – cui quotidianamente andiamo incontro, tutti noi che a questa violenza vogliamo dire basta! Non dimenticare le cifre drammatiche fornite dal Ministero dell’Interno, costantemente monitorate ed aggiornate. Non dimenticare il rispetto che ogni persona merita.

Questa è per me la violenza sulle donne: una battaglia contro la quale ognuno di noi è tenuto a fare la propria parte. È un coinvolgimento necessario per garantire rispetto e tutela a chi, rispetto e tutela non li ha mai avuti. Senza deliranti vincoli imposti da una società fondamentalmente maschilista, oltre che egoista. Ogni volta che abbiamo l’occasione, agiamo. Urliamo. Denunciamo. Condanniamo. Perché solo attraverso un intervento collettivo è possibile vincere queste battaglie.

 

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2021 09:18