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Camorra, Walter Schiavone si pente. Il figlio di “Sandokan” era già nel programma di protezione

Pubblicato: 26/11/2021 12:32

Walter Schiavone, figlio secondogenito del capo del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, detto “Sandokan“, avrebbe deciso di diventare collaboratore di giustizia. La sua decisione sarebbe emersa durante un’udienza preliminare tenutasi nella giornata di giovedì 25novembre presso il tribunale di Napoli.

L’udienza riguardava un’indagine anti-camorra sul controllo da parte del clan di un business di distribuzione di prodotti caseari nel casertano. Walter Schiavone era stato arrestato lo scorso giugno e ora si troverebbe ora in carcere in un sito protetto ma era già entrato a far parte del programma di protezione. Francesco Schiavone, detto “Sandokan” si trova in carcere dal 1998, dopo la condanna all’ergastolo.

Walter Schiavone diventa un collaboratore di giustizia

Walter Schiavone, riferisce Ansa, si sarebbe pentito ed ora ha scelto di diventare collaboratore di giustizia, soprattutto con la Dda di Napoli. Il figlio del boss “Sandokan” avrebbe già reso due testimonianze in due interrogatori.

Walter Schiavone era stato arrestato lo scorso giugno in merito ad un’indagine della Dda su un gruppo criminale che avrebbe visto a capo lo stesso Walter Schiavone, che pare gestisse e controllasse la distribuzione di prodotti caseari nella provincia di Caserta con modalità estorsive. Come si legge su Ansa, il gruppo avrebbe obbligato i vari titolari di caseifici a vendere i loro prodotti, soprattutto mozzarelle di bufala, ad aziende riconducibili al clan, si tratterebbe di una serie di attività con sede nella penisola sorrentina e nel casertano, come Aversa e comuni limitrofi.

Walter Schiavone era nel programma di protezione

Walter Schiavone, 40enne secondogenito di “Sandokan”, era già entrato nel programma di protezione per via del pentimento del fratello Nicola. Riferisce Ansa che, a seguito dell’arresto di Nicola Schiavone nel 2010, il clan sarebbe stato gestito da Walter; quest’ultimo in passato avrebbe ammesso di aver fatto parte del clan nel 2013 e 2014. Walter Schiavone sarebbe quindi stato prelevato dalla località protetta dai carabinieri e condotto in un carcere sicuro e avrebbe partecipato all’udienza in collegamento da lì.