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Mufloni dell’isola del Giglio, al via gli abbattimenti: “È una specie aliena e invasiva”

Pubblicato: 27/11/2021 12:50

L’eradicazione del muflone dall’isola del Giglio, partita in questi giorni su progetto del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, ha suscitato vivaci polemiche. Per i responsabili del Parco si tratta di limitare una specie ritenuta aliena e invasiva, che sarebbe in grado di causare gravi danni alla biodiversità. Gli animalisti, invece, sostengono che la mattanza sia sostanzialmente ingiustificata e chiedono alle istituzioni di fermare immediatamente le uccisioni.

I mufloni dell’isola del Giglio

Nel disciplinare operativo, redatto dal Parco, si chiarisce che i cacciatori coinvolti nel progetto dovranno possedere “le capacità e la volontà di rimuovere il maggior numero di animali possibile”, in vista dell’obiettivo di eradicare la specie dall’isola del Giglio. Secondo Giampiero Sammuri, presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano, dalla primavera ad oggi sono stati catturati 20 mufloni, di cui 10 trasferiti in un centro di recupero animali in provincia di Grosseto e altri 10 in un’azienda agricola in provincia di Pisa. Attualmente sull’isola sarebbero quindi stimati tra i 20 e 60 esemplari, da sottoporre a questi nuovi interventi.

Al centro della vicenda si inserisce il dibattito sulle specie considerate “aliene”, cioè introdotte dall’uomo in ecosistemi diversi da quelli di origine. I responsabili del Parco sottolineano come il muflone non sia una specie autoctona dell’isola e come, proprio per questa ragione, possa rappresentare un pericolo per l’ambiente circostante: “Il muflone è una delle 59 specie cacciabili – spiega Sammuri su Facebook – non è in via di estinzione e non è protetta, e soprattutto è una specie aliena e invasiva che crea danni alla biodiversità e che nel mondo è responsabile dell’estinzione di almeno tre tipi di piante”.

L’abbattimento dei mufloni e le proteste degli animalisti

Da parte loro, le associazioni animaliste ritengono che sarebbe preferibile un altro tipo approccio, anche considerando le poche decine di mufloni presenti nel Parco. Secondo la Lav si tratta di un progetto particolarmente crudele, dato che gli effetti negativi dei mufloni sull’ecosistema dell’isola del Giglio dovrebbero ancora essere verificati: “La legge nazionale prevede che all’interno dei parchi si possano attivare piani di abbattimento degli animali solamente per ricomporre squilibri ecologici determinati dagli stessi animali – scrive l’associazione in una nota – ma nel caso del Giglio non risulta alcuno studio che dimostri la rilevanza di tali squilibri”.

Le associazioni esprimono poi perplessità su modalità e costi dell’eradicazione del muflone, che si inserisce in un più ampio progetto di salvaguardia degli ecosistemi cofinanziato dall’Unione Europea. Proprio per questa ragione si chiede un intervento delle istituzioni, sia a livello locale che europeo, nella speranza di trovare soluzioni alternative: “Chiediamo all’Ente Parco e alla Regione Toscana un ripensamento che salvi le poche decine di mufloni presenti nell’isola – dichiara in una nota l’Organizzazione internazionale protezione animalicome richiesto dall’opinione pubblica e a vantaggio dell’immagine stessa del Parco dell’Arcipelago toscano”.

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