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Presunto terrorista membro dell’Isis arrestato a Venezia: su di lui pendeva mandato di cattura internazionale

Pubblicato: 02/12/2021 10:58

A Venezia la polizia ha arrestato un uomo ritenuto membro di una cellula dell’Isis. L’arresto è stato eseguito dai poliziotti della Digos di Venezia e Gorizia, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Secondo quanto emerso in queste ore, l’uomo aveva manifestato l’intenzione di lasciare l’Italia, dopo avervi trascorso alcuni mesi.

Terrorismo, presunto membro di cellula Isis arrestato a Venezia

È un ragazzo di 25 anni e di origine tunisine la persona arrestata dalla polizia a Venezia in queste ore. L’uomo è stato fermato perché si crede possa appartenere a una cellula dell’Isis. Come fa sapere Adnkronos, su di lui il Tribunale di Tunisi avrebbe emesso un mandato di cattura internazionale, con richiesta di estradizione. L’ipotesi di accusa a suo carico riguarderebbe la “partecipazione ad associazione terroristica e atti di terrorismo”. Come fatto sapere da Fanpage.it, il presunto terrorista (R.F.) sarebbe arrivato in Italia ad agosto. Allo sbarco sarebbe stato identificato regolarmente dalla polizia e poi ricollocato in una struttura di accoglienza in provincia di Venezia.

A ottobre le autorità italiane avrebbero ricevuto una comunicazione su di lui da parte dell’Interpol. Quest’ultima avrebbe segnalato la presenza di un cittadino tunisino membro di una cellula terroristica collaboratrice dell’ISIS, attiva in Tunisia. Le indagini avrebbero quindi portato al fermo del 25enne, trasferito al Cpr di Gradisca di Isonzo come persona pericolosa. Attualmente si troverebbe nel carcere di Gorizia.

Arrestato presunto terrorista: le parole del dirigente della Digos

Il dirigente della Digos di Venezia, Carlo Ferretti, è stato raggiunto da Fanpage.it, che ha dichiarato che in Tunisia avrebbe fatto parte di “una cellula dell’Isis specializzata nella preparazione di attentati con uso di esplosivo”. “Non sappiamo- ha specificato- se abbia effettivamente preso parte ad atti terroristici nel suo paese”. “Di certo in Italia non ha fatto nulla” ha poi specificato. Ferretti ha evidenziato come il 25enne sia sempre stato tenuto sotto controllo, senza mai manifestare “una deriva di carattere integralista”.

Nel corso delle indagini, è emerso che R.F. avesse anche manifestato la sua intenzione di lasciare l’Italia. “A scanso di equivoci, e nella speranza che il caso non venga strumentalizzato politicamente, specifico che questa vicenda dimostra che il sistema di controllo funziona” ha voluto evidenziare il dirigente della Digos. “I migranti che sbarcano nel nostro paese sono persone che hanno bisogno di aiuto: vengono tutti tempestivamente identificati e costantemente controllati, se qualcuno commette un reato siamo subito in grado di rintracciarlo e intervenire, come avvenuto in questo caso” ha concluso Ferretti.