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Papilloma virus: il vaccino è una svolta fondamentale, ma i dati dell’Italia preoccupano i medici

Pubblicato: 06/12/2021 14:41

Il Papilloma Virus può avere effetti davvero molto gravi per l’organismo umano. Se buona parte delle infezioni genitali causate da questo virus regredisce spontaneamente, una minima quota può invece evolvere nel tumore al collo dell’utero. Il vaccino per l’HPV è la forma di prevenzione più valida per questa patologia, tuttavia in Italia la copertura continua a essere troppo bassa.

Vaccino contro il Papilloma Virus: l’importanza della prevenzione

Il vaccino contro l’HPV (Human Papilloma Virus) e la “prevenzione primaria per almeno il 90% delle lesioni pretumorali e tumorali del collo dell’utero”. A dirlo è Eleonora Preti, esperta delle patologie HPV-correlate dell’Unità di Ginecologia Preventiva dell’Istituto europeo di oncologia. Le parole della dottoressa sono state riportate dal Fatto Quotidiano, sul quale si ricorda anche che il vaccino è “protettivo se svolto in giovane età anche sui tumori HPV correlati maschili e femminili del tratto orofaringeo”. Uno studio finanziato dalla Cancer Research UK, effettuato dal King’s College di Londra e pubblicato sulla rivista Lancet, pone l’accento sui dati dell’incidenza del cancro al collo dell’utero.

Quest’ultima si ridurrebbe dell’87% nelle donne vaccinate fra i 12 e i 13 anni. La percentuale diventa invece del 62% in quelle vaccinate tra i 14 e i 16 anni, mentre corrisponde al 34% nelle donne sottoposte al vaccino fra i 16 e i 18 anni di età. Proprio questi numeri segnalano come il vaccino anti-HPV bivalente possa proteggere la popolazione contro i ceppi più comuni e responsabili della maggior parte dei tumori e delle lesioni precancerose.

Papilloma Virus in Italia: copertura vaccinale ancora troppo scarsa

Eleonora Prete ricorda al Fatto Quotidiano come “per essere efficace la copertura vaccinale deve essere almeno del 80%”. Parlando della situazione italiana però, l’esperta spiega che “attualmente siamo da alcuni anni intorno al 60%, alcune regioni anche meno, e attorno al 20-30% per i maschi quindi siamo assolutamente lontani dalla copertura di gregge”. Nell’ultimo anno inoltre, la pandemia da Coronavirus avrebbe rallentato il raggiungimento dell’obiettivo vaccinale. I dati delle coperture vaccinali, spiega la studiosa, “mostrano un significativo calo rispetto a quelle riferite al 2019″, sia nei maschi che nelle femmine.

“Il problema– inoltre- è duplice perché accanto alla vaccinazione anti-HPV ha subito uno stop anche lo screening con Pap-test e hpv test, come dimostrano i nostri studi nazionali”. Nell’ultimo periodo sono stati eseguiti 55,3% test in meno rispetto al 2019. Il rischio che il numero di lesioni non diagnosticate aumenti è reale. Per questo motivo è fondamentale insistere sul ricorso alla prevenzione.