Vai al contenuto

Parità salariale e gender gap sul lavoro: cosa cambia con la nuova legge e le misure previste

Pubblicato: 13/12/2021 10:33

La Legge 162/2021 è entrata in vigore in data 3 dicembre e ha apportato modifiche importanti al Codice delle pari opportunità tra uomo e donna. L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze e le differenze nel mercato del lavoro e nelle retribuzioni. Ecco come intende operare questa Legge.

Pari opportunità tra uomo e donna: la nuova definizione di discriminazione

La nuova Legge ha portato fin da subito alla definizione di una nuova nozione di discriminazione all’interno del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (Dlgs 198/2006). Nel testo, reperibile in Gazzetta Ufficiale, si definisce discriminazione “ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni e dei tempi di lavoro che, in ragione del sesso,  dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell’esercizio dei relativi diritti, pone o può porre il lavoratore in almeno una delle seguenti condizioni:

  • posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori;
  • limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali;
  • limitazione dell’accesso ai meccanismi di avanzamento e di progressione nella carriera.

Parità di genere, quali sono le misure previste dalla nuova Legge

I prossimi passi da compiere in direzione della parità tra donne e uomini richiederanno invece dei provvedimenti attuativi, attesi nei primi mesi del 2022. Si tratta di due misure in particolare. La prima consisterà in un rapporto biennale, a cura delle aziende con più di 50 dipendenti, in cui dovranno essere indicate le retribuzioni, i premi e la situazione del personale. Tale rapporto dovrà essere inviato ai sindacati e potrà essere esteso, su base volontaria, anche alle aziende con meno di 50 dipendenti. La stesura del rapporto consentirà di ottenere la certificazione di parità di genere, cioè il secondo dei passi da compiere verso l’uguaglianza.

Certificazione di parità, che cos’è e come funziona questo nuovo strumento

La certificazione di parità di genere dovrebbe consentire alle aziende virtuose degli sgravi fiscali, pari all’1% di sconto sui contributi da versare, per un massimo di 50.000€ all’anno e con un limite di spesa per il 2022 fissato a 50.000.000€. Sarà indispensabile per evidenziare le misure adottate in concreto per tutelare la maternità e ridurre il gender gap, cioè il divario in termini di salario e opportunità di carriera tra lavoratori e lavoratrici. Sarà attiva a partire dal 1° gennaio 2022.

Pnrr, quali saranno le misure previste per le donne e l’uguaglianza nel mondo del lavoro

La certificazione di parità contenuta nella nuova Legge è una misura che si inserisce anche nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella missione 5 denominata “Inclusione e coesione”, tra le politiche per il lavoro. Per questo strumento sono stati stanziati 10.000.000€. Sempre nel Pnrr, per le donne dovrebbero essere previste risorse anche per la transizione digitale, la formazione e l’imprenditoria femminile.

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2021 10:38