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La mascherina che riconosce i contagiati: la nuova invenzione per frenare la diffusione del Covid-19

Pubblicato: 16/12/2021 17:28

Dei ricercatori dell’Università di Kyoto, in Giappone, hanno sviluppato un tipo di mascherina che si illumina al buio quando viene a contatto con il Covid-19. La squadra di scienziati, guidati da Yasuhiro Tsukamoto, ha realizzato un tipo di mascherina con filtro estraibile. Si tratta di una mascherina capace di individuare il Covid, grazie alla creazione di filtri speciali, che messi a contatto con gli anticorpi delle uova di struzzo, diventano fluorescenti sotto la luce ultravioletta.

Mascherina che riconosce i contagi da Covid-19: come funziona

Il nuovo prototipo di mascherina individuato dai ricercatori dell’Università di Kyoto, può essere definito multifunzionale. Questo dispositivo è innanzitutto protettivo poiché indossandolo protegge la persona dal rischio di contrarre il Covid. Al contempo però è un metodo più veloce e più semplice per verificare un’eventuale positività, rispetto ai tamponi utilizzati fino ad oggi. Come riportato da Il Corriere della Sera Il team di scienziati ha creato un filtro da inserire all’interno di una classica mascherina contenente gli anticorpi che derivano dalle uova di struzzo. Una volta rimossi e spruzzati con una sostanza chimica in particolare i filtri si illuminano sotto la luce ultravioletta, segnalando l’eventuale presenza del virus.

La Kyoto Prefectural University ha sviluppato un metodo per la produzione di massa di anticorpi utilizzando le uova di struzzo. Gli anticorpi delle uova di struzzo, possono essere utilizzati per prevenire diverse infezioni nell’uomo, tra cui gli agenti patogeni (agenti di diversa natura, responsabili dell’insorgenza di una patologia), ossia, batteri, funghi e lieviti, virus e protozoi. Gli anticorpi sono sostanze che servono come armi per combattere le infezioni, come per l’epidemia MERS (sindrome respiratoria medio-orientale), un Coronavirus simile alla SARS.

I primi test e la disponibilità delle mascherine

Il professor Yasuhiro Tsukamoto, ha specificato che ci troviamo di fronte a una sperimentazione. Attualmente infatti sarebbero solamente 32 le persone contagiate dal virus che hanno provato la mascherina, in un test dalla durata di 10 giorni. Dopo 8 ore di utilizzo esposte alla luce ultravioletta, tutte le loro mascherine scintillavano nelle zone di bocca e naso. La luminescenza inoltre sarebbe diminuita con il passare del tempo, proporzionalmente alla diminuzione della carica virale. L’obiettivo è quello di estendere il test ad altri 150 volontari. Il professore ha aggiunto: “Noi possiamo produrre in serie anticorpi dagli struzzi e a basso costo, in futuro, vogliamo trasformare la nostra ricerca in un semplice kit con test che chiunque potrà usare”. Gli scienziati sperano a un’approvazione da parte del governo, delle mascherine che si illuminano entro il 2022.