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Trasformare la plastica in eco carburante per aerei: la ricerca per contrastare l’emergenza dell’inquinamento

Pubblicato: 17/12/2021 15:07

L’emergenza riguardante l‘inquinamento da plastica è di cruciale importanza per la salvaguardia del nostro pianeta. Ogni anno miliardi di tonnellate di plastica finiscono in mare, discariche e non solo. Il problema però non riguarda solo la tutela degli oceani. Fino ad ora infatti, i provvedimenti presi a riguardo, sono stati indirizzati principalmente alla pulizia delle acque o al migliorare la gestione dei rifiuti. Ma ciò non basta poiché il problema relativo plastica non riguarda solamente il suo rilascio in mare. L’inquinamento da plastica infatti è strettamente legato al clima.

Plastica e inquinamento ambientale: un grave problema

L’argomento è ovviamente oggetto di numerosi dibattiti e polemiche sul come affrontare il problema al meglio. La soluzione più ovvia è quella di diminuire l’utilizzo della plastica. Ma è una realtà poco plausibile dato che è un materiale molto economico. Oppure tra le altre soluzioni c’è l’eliminazione dei sacchetti monouso. Ma anche questa proposta sembra essere difficile da rendere effettiva nella sua totalità. Ci sono poi le ricerche volte a sostituire la plastica con altri materiali sia economici che ecosostenibili. In questo elenco di soluzioni che fino a oggi si sono rivelate scarsamente efficaci, c’è anche l’opzione del riciclaggio

Trasformare la plastica in carburante per aerei: cosa dice la ricerca

La Washington State University ha condotto uno studio per trasformare la plastica in carburante per aerei. Come riporta la rivista Focus, la ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori, con a capo Hongfei Lin. Il team è arrivato a questa grande innovazione attraverso un processo che è già noto da tempo: la pirolisi.  La pirolisi consiste nella decomposizione chimica di un composto, di una miscela di composti, in una o più sostanze diverse con l’utilizzo del calore. In sostanza, la plastica attraverso la pirolisi, viene riscaldata ad alta temperatura (300-900°C) in un ambiente privo di ossigeno. La plastica si scinde in diverse sostanze, alla quale vengono aggiunte ulteriori sostanze chimiche. In questo modo si possono ottenere nuovi prodotti quali carburanti, gas combustibili e lubrificanti.

Plastica convertita in combustibile aeronautico: l’esperimento

Gli scienziati hanno voluto contentare la loro ricerca sul polietilene, tra le materie plastiche più comuni. Prima di arrivare al processo di pirolisi, la materia, è stata trattata con una serie di solventi fino ad arrivare al n-esano. Quest’ultimo è un derivato del petrolio ottenuto dalla distillazione frazionata di quest’ultimo. Successivamente il team ha riscaldato la plastica per un ora a 220°C. Infine hanno aggiunto l’idrogeno. In questo modo è stato possibile convertire il 90% polietilene in combustibile aeronautico e lubrificante. Il restante 10% invece ha portato alla formazione di metano. Il processo della pirolisi pare non essere particolarmente dispendioso energeticamente. Anche per questo motivo, il team si è detto pronto a brevettare tale processo ed avviare un trial commerciale.