Vai al contenuto

Assunta “Pupetta” Maresca, chi era la prima camorrista morta a 85 anni a Castellammare di Stabia

Pubblicato: 30/12/2021 12:25

Assunta Maresca, nota con il soprannome di “Pupetta” è stata la prima camorrista. È morta oggi nella sua casa di Castellammare di Stabia, nel corso della sua vita è stata protagonista di alcuni degli episodi più crudi della storia della Camorra ed è stata artefice della morte del mandante dell’omicidio del marito.

La figura di Pupetta Maresca ha ispirato alcuni film e fiction a lei dedicati. La più recente è intitolata Pupetta- Il coraggio e la passione con protagonista Manuela Arcuri.

Morta a Castellammare di Stabia Pupetta Maresca

Si è spenta oggi Assunta “Pupetta” Maresca, 86enne camorrista e prima donna del boss della Camorra. La donna aveva 85 anni. Negli ultimi anni della sua vita aveva gestito alcuni negozi a Napoli che aveva poi chiuso per ritirarsi a vita privata a Castellammare di Stabia, dove è morta il 29 dicembre.

Pupetta Maresca è stata una camorrista, vedova del boss Pasquale Simonetti e sorella di Pasquale e Ciro Maresca. Era stata condannata per aver ucciso il mandante dell’omicidio del marito, ma quello non è stato l’unico lutto che lo ha colpito.

Chi era Pupetta Maresca: i primi anni e la morte del marito

Nata a Castellammare di Stabia il 19 gennaio 1935, Assunta Maresca era figlia del noto contrabbandiere Alberto Maresca; ritenuto un uomo estremamente pericoloso al punto di essere espulso dal suo paese di residenza. Assunta era anche nipote di Vincenzo Maresca, condannato a 7 anni per l’omicidio del fratello.

Assunta Maresca, detta Pupetta, era una donna molto bella tant’è che aveva vinto anche un concorso di bellezza locale. Giovanissima si innamora di Pasquale Simonetti sposandolo il 27 aprile 1955; all’epoca la donna era già incinta del suo primo figlio, nato pochi mesi dopo quando lei era già in carcere. Testimone di nozze era stato Antonio Esposito mandante dell’assassinio del marito, ucciso il 15 luglio 1955 per mano di Orlando Carlo Gaetano.

La vendetta di Pupetta Maresca

Dopo la morte del marito, Pupetta Maresca, all’epoca al sesto mese di gravidanza, ha ucciso Antonio Esposito. Per questo è stata condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere con l’interdizione dai pubblici uffici. All’epoca era stato tenuto conto dell’aggravante della provocazione e, dopo circa 10 anni è stata graziata.

La vita dopo il carcere di Pupetta Maresca

Verso la fine degli anni ’60 Pupetta Maresca ha iniziato una nuova vita dopo il carcere segnata, nei primi tempi, da una parentesi cinematografica. Ha preso parte alla pellicola intitolata Delitto a Posillipo come protagonista. Il film diretto da Renato Parravicini era stato vagamente ispirato alla sua vita e lì Pupetta ha cantato senza doppiaggio.

Negli anni ’70 Pupetta Maresca ha aperto due negozi di abbigliamento a Napoli e si è innamorata di nuovo, lui era il camorrista Umberto Ammaturo, dalla coppia sono nati i gemelli Roberto e Antonella.

La morte del figlio e le altre accuse

La vita di Pupetta Maresca è stata segnata dalla morte e dalla violenza, nel 1974 il figlio Pasquale nato dal primo matrimonio è stato ucciso in un agguato. I suoi resti non sono mai stati ritrovati, ma come mandante dell’omicidio era stato accusato Umberto Ammaturo poi assolto per insufficienza di prove.

Pupetta Maresca non aveva mai accettato l’ipotesi ma il loro rapporto non ha mai superato questa crisi tant’è che lui, quando è stato arrestato in Perù, era fidanzato con un’altra donna.

Sempre a Pupetta Maresca è stata accusata di essere mandate dell’omicidio di altri esponenti della Camorra, come ad esempio Ciro Galli; ma è sempre stata assolta per mancanza di prove. Lo stesso è accaduto per diverse accuse.