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Il drammatico viaggio degli agnelli verso i macelli italiani: ammassati al freddo e affamati. Le immagini

Pubblicato: 31/12/2021 08:31

Articolo a cura di Alice Dominese

Fame, sete, stress e sofferenza. Sono queste le condizioni a cui gli animali che vengono trasportati vivi per giorni, a volte addirittura per mesi, sono sottoposti. L’ultima inchiesta di Animal Equality realizzata tra il 15 e il 21 dicembre insieme ad Animal Welfare Foundation ed Enpa ha documentato il viaggio che compiono i camion trasportatori di
agnelli e vitelli dall’Est Europa. I mezzi sono solitamente diretti verso i macelli italiani per rispondere alla domanda di carne che si impenna in occasione delle festività. L’indagine ha riscontrato gravi sofferenze e pessime condizioni di trasporto.

Agnelli in viaggio ammassati, denutriti e al freddo per giorni: l’inchiesta

Ogni anno, solo nel periodo di Natale, sono 600.000 gli agnelli che vengono trasportati vivi in Italia, ma quello a cui questi animali sono sottoposti non rispetta il Regolamento europeo sul benessere degli animali. Lungo il confine italo-sloveno il team investigativo di Animal Equality ha potuto osservare camion con centinaia di esemplari provenienti da Romania, Ungheria e Polonia e segnalarli alle autorità per i controlli di idoneità previsti. Durante questi controlli, la realtà documentata è stata terribile. Gli agnelli sono obbligati a viaggiare per giorni con una temperatura di 6 gradi all’interno dei box. Qui restano ammassati gli uni sugli altri e senza ricevere l’adeguata alimentazione prevista per legge.

Gli agnelli sono inoltre stati ripresi nell’atto di leccare il soffitto dei piani metallici sovrapposti all’interno del camion ed le sbarre di contenimento poste sulle fiancate del mezzo. Questo comportamento denota come molto probabilmente non siano stati adeguatamente nutriti. Il sospetto aumenta ulteriormente quando il nostro team offre agli agnelli dell’acqua in abbeveratoio aperto.

Drammatico viaggio di agnelli e vitelli verso i macelli italiani: le immagini

Dalle immagini risulta subito evidente l’incapacità di abbeverarsi in autonomia di questi animali, un segnale chiaro che indica come gli agnelli non siano svezzati, quindi incapaci di nutrirsi e bere autonomamente. Con ogni probabilità questi animali sono stati quindi allontanati dalle madri ancor prima di essere svezzati e i camion non erano attrezzati per fare in modo che non patissero fame e sete, come invece prevederebbe il regolamento per il trasporto di animali vivi. Durante l’inchiesta è stato fermato anche un camion che trasportava vitelli, anch’essi molto
probabilmente non svezzati. Impauriti e spaventati, come gli agnelli, anche questi vitelli muggivano disperatamente ed erano di continuo intenti nel “tongue rolling”, un comportamento che esprime la richiesta di alimentazione da parte di cuccioli, affamati al punto da leccare le sbarre del camion in cui erano rinchiusi.

Nonostante il Regolamento Europeo 1/ 2005 relativo al benessere degli animali affermi che “nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni o a sofferenze inutili”, la realtà è ben diversa. Numerose inchieste realizzate da Animal Welfare Foundation, in collaborazione con Enpa e Animal Equality, hanno infatti regolarmente riscontrato violazioni della normativa vigente.

Il drammatico viaggio degli agnelli verso i macelli italiani: ammassati al freddo e affamati. Le immagini
Trasporto degli agnelli in condizioni drammatiche: l’inchiesta di AE
Il drammatico viaggio degli agnelli verso i macelli italiani: ammassati al freddo e affamati. Le immagini
Trasporto degli agnelli in condizioni drammatiche: l’inchiesta di AE

Traporto animali in condizioni inaccettabili: la parola al Parlamento Europeo


Il 2 dicembre 2021, la Commissione ANIT istituita presso il Parlamento Europeo ha riconosciuto, attraverso il proprio voto, la scarsa attuazione dell’attuale Regolamento sui trasporti. Ciò avviene soprattutto nei casi di trasporto di animali non svezzati, come vitelli e agnelli. Il 22 gennaio toccherà al Parlamento UE esprimersi sulle lacune che ancora oggi permettono queste crudeltà.

Attualmente, l’Italia importa da sola il 40% degli oltre tre milioni gli ovini trasportati vivi all’interno dell’Unione Europea ogni anno. L’84% di questi animali muore prima di raggiungere i 6 mesi di età. L’inchiesta che abbiamo realizzato non lascia dubbi: le loro ultime ore di vita costituiscono un vero e proprio supplizio. Fermare tutto questo non solo è possibile, ma è anche necessario.