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Costa Concordia, il racconto del naufragio avvenuto 10 anni fa e il ricordo delle 32 vittime

Pubblicato: 12/01/2022 13:46

Sono trascorsi 10 anni dalla tragedia della Costa Concordia presso l’Isola del Giglio, un incidente destinato a diventare uno dei naufragi più gravi della nostra storia. Ecco il racconto di cosa accadeva quella notte di 10 anni fa e chi sono state le 32 vittime.

Costa Concordia, l’ “inchino” che ha dato origine alla tragedia

Il naufragio avveniva alle 21.45 del 13 gennaio 2012, nelle vicinanze dell’Isola del Giglio, e da subito era stato definito come “il nostro Titanic”. La Costa Concordia salpa dal porto di Civitavecchia alle 18.57 di quello stesso giorno, diretta a Savona e con migliaia di persone a bordo: 3208 passeggeri e 1023 membri dell’equipaggio. È alle 21.04 che la Costa Concordia abbandona la rotta per avvicinarsi all’Isola del Giglio con una manovra di passaggio ravvicinato, il cosiddetto “inchino”: si tratta di una manovra comune e già prevista per il tragitto della nave. In base agli ordini del primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio e poi del comandante Francesco Schettino, la nave dovrà passare davanti all’abitato di Giglio Porto, in modo da tenersi sotto costa, ed emettere quindi gli usuali fischi di saluto. Per un errore di calcolo, però, la Costa Concordia si ritrova fuori rotta. A nulla servono i disperati ordini per correggere l’errore.

Costa Concordia, il racconto del momento del naufragio

Il comandante Schettino ordina, alle 21.44, “tutta la barra a dritta” per ripristinare la rotta. Il timoniere Rusli Bin, però, comprende male l’ordine e accosta a dritta. L’ordine “tutta la barra a sinistra” arriva quando è troppo tardi. È così che la Costa Concordia colpisce il gruppo di scogli chiamato Le Scole e una falla di 70 metri si apre sul lato sinistro della carena. Sono le 21.45 e l’acqua invade la falla, causando un blackout in tutta la nave. Invade i compartimenti 4, 5, 6 e 7, allagando anche l’8 con maggior lentezza e mettendo fuori uso il generatore diesel e il quadro elettrico principale. A questo punto, la nave è ingovernabile. Il ponte zero si colma velocemente di acqua e i passeggeri accorrono nei punti predisposti.

Le menzogne del capitano Schettino sulla gravità del naufragio della Costa Concordia

Quando la Capitaneria di Porto di Livorno si mette in contatto con la Costa Concordia, il comandante Francesco Schettino non fa menzione della falla e del conseguente allagamento che ha reso inutilizzabile la nave. Ne farà parola soltanto alle 22.25, quando saranno richiesti gli interventi dei rimorchiatori. Secondo il capitano, i passeggeri sono già pronti e hanno già indossato i giubbotti salvagente. Al contrario, a quell’ora non è ancora stata dichiarata l’emergenza e i passeggeri non hanno ricevuto istruzioni su cosa fare. Scoppia il caos quando molti passeggeri prendono l’iniziativa e salgono sulle lance di salvataggio, aggredendo l’equipaggio che cerca di impedirlo. Le pompe della nave sono bloccate. Alle 22.31, pochi minuti dopo la richiesta di intervento, il comandante Schettino ordina l’evacuazione del personale localizzato nelle aree allagate e alle 22.23 viene dichiarata l’emergenza generale.

Il racconto dello sbandamento della Costa Concordia

Sono le 22.47 quando le scialuppe di salvataggio sono cariche di passeggeri e aumentano il pericoloso sbandamento della Costa Concordia. Alle 22.54 la Capitaneria di Porto di Livorno ordina l’abbandono della nave e poco dopo parte il traghetto da Giglio Porto per prestare soccorso. Il comandante Schettino a quell’ora era già su una scialuppa, come riveleranno alcune registrazioni, e dichiarerà di essere impegnato a gestire le operazioni di salvataggio da lì, a causa dell’impraticabilità della nave. Nel frattempo, non tutti i passeggeri sono al sicuro. In molti si gettano in mare, seguiti da parte dell’equipaggio. Sono le 00.18 e tra loro ci sono anche i comandanti in seconda Bosio e Christidis, il primo ufficiale Ambrosio e il terzo ufficiale Coronica. Riescono a raggiungere la riva a nuoto. Alle 00.42 la Costa Concordia è riversa con uno sbandamento quasi di 90° e il lato di dritta è completamente sommerso dalle acque.

Gli ultimi istanti del naufragio della Costa Concordia e la condanna del comandante Schettino

Quando la nave si abbatte, coricandosi, 18 persone intente ad attraversare il corridoio trasversale della Costa Concordia scivolano nella parte allagata del ponte 4 e nei vani ascensori, trovando la morte. Il gorgo originato dal rovesciamento della nave risucchia altre 13 persone che si erano tuffate oppure erano cadute in mare. Un’altra vittima affoga nella zona del ponte 3. Nel frattempo, il comandante Schettino raggiunge la terraferma, affermando di essere scivolato e caduto in una lancia di salvataggio. Dichiarerà anche che il gruppo di scogli non era segnato sulle carte e di aver abbandonato la nave per ultimo, nonostante gli abitanti dell’Isola del Giglio sentissero chiaramente le urla disperate dei passeggeri rimasti ancora a bordo mentre lui era già al Giglio. Schettino viene accusato insieme al primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio per naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo. Francesco Schettino sarà condannato a 16 anni dalla Corte di Cassazione a maggio 2017, con l’interdizione dai pubblici uffici.

Chi furono le vittime della Costa Concordia e come trovarono la morte durante il naufragio

Nei giorni e nei mesi successivi, il conteggio delle vittime permette di identificare 32 nomi, 32 vite che sono state risucchiate dal mare in seguito al naufragio. Tra di loro ci sono passeggeri ma anche membri dell’equipaggio, provenienti da Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Perù, Stati Uniti, India e Italia. La vittima più piccola è stata Dayana Arlotti, di 5 anni, in vacanza con il padre Williams. Secondo la ricostruzione, la bimba viene indirizzata alla scialuppa del ponte 4, lato destro, perché sul lato sinistro non c’era più posto. Nel tempo sufficiente al tragitto, compiuto insieme al padre, la nave si ribalta proprio sul fianco destro e una voragine inghiotte papà e figlia, precipitandoli nella zona allagata del ponte 4. Giuseppe Girolamo, batterista di 30 anni, annega dopo aver ceduto il proprio posto su una scialuppa di salvataggio. Maria d’Introno, 30 anni, lascia la scialuppa su cui si trova perché non è possibile calarla in mare, così si getta in mare anche se non sa nuotare. La coppia americana Barbara Ann e Gerald Frank Heil trova la morte durante il ribaltamento della Costa Concordia. Le amiche Elisabeth Bauer e Margarethe Neth, tedesche, decedono per annegamento. Maria Grazia Trecarichi, di 60 anni, viene ritrovata dopo diverso tempo: è probabilmente morta per annegamento. Russel Terence Rebello, cameriere indiano di 32 anni, viene ritrovato 2 anni e 10 mesi dopo il terribile naufragio in una cabina del ponte 8. Sarà l’ultima vittima a essere ritrovata. Le altre vittime sono: Michael Blemand, Tomás Alberto Costilla Mendoza, Sándor Fehér, Horst Galle, Christina Mathilde Ganz, Norbert Josef Ganz, Jeanne Yvonne Gregoire, Pierre André Émile Gregoire, Gabriele Maria Grube, Guillermo Gual Buades , Barbara Ann Heil, Egon Martin Hoer, Mylene Lisiane Marie Théreèse Litzler, Giovanni Masia, Jean Pierre Micheaud, Inge Schall, Johanna Margrit Schroeter, Francis Servel, Erika Fani Soria Molina, Siglinde Stumpf, Luisa Antonia Virzì, Brunhild Werp, Josef Werp. Per loro, dal 2015 l’Isola del Giglio ha istituito ufficialmente la Giornata delle vittime della Costa Concordia.

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2022 09:44