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Vaccino anti-Covid, dopo quanto tempo dalla guarigione si può ricevere: le regole del Ministero

Pubblicato: 12/01/2022 10:11

Anche chi è guarito dall’infezione da Coronavirus deve sottoporsi al ciclo vaccinale, con tempistiche precise definite dal Ministero della Salute. Ecco quali sono le regole attualmente in vigore e come potrebbero cambiare in futuro, anche in vista delle nuove varianti del virus.

Infezione dal Covid, quanto tempo deve passare per ricevere il vaccino

Il Ministero della Salute ha disposto regole precise per le tempistiche entro cui occorre ricevere le dosi di vaccino in seguito all’infezione da Coronavirus. Quando una persona guarisce dall’infezione, la prima dose deve essere effettuata entro il primo anno, a cui potrà seguire la dose booster dopo 120 giorni. Se invece è trascorso più di un anno dalla malattia, tra la prima e la seconda dose dovranno passare 21-28 giorni, a cui farà seguito la terza dose dopo almeno 120 giorni. In caso di infezione dopo aver già ricevuto la prima dose di vaccino, la seconda dose dovrebbe essere somministrata entro 6 mesi se sono passati più di 14 giorni tra la prima vaccinazione e l’infezione. La terza dose a questo punto potrà essere somministrata almeno 120 giorni dopo la seconda. Le persone che dovessero contrarre il Covid dopo aver già ricevuto la seconda dose, infine, potranno ricevere il booster dopo un periodo di almeno 120 giorni.

Vaccini e terza dose, come potrebbero cambiare le tempistiche

Queste tempistiche in futuro potrebbero subire dei cambiamenti perché non consentono di includere tutte quelle persone che sono asintomatiche e inconsapevoli di aver contratto l’infezione da Covid. In seguito alla malattia, infatti, il livello degli anticorpi cambia e potrebbe diventare un parametro di cui tenere conto per i prossimi cicli vaccinali. Secondo il Segretario della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale Silvestro Scotti, una strada da seguire potrebbe essere quella di adeguare le tempistiche dei richiami vaccinali al livello di anticorpi, come riferisce il Sole24Ore. Questa procedura permetterebbe di ricevere il vaccino proprio nel momento in cui le difese immunitarie sono più ridotte e l’organismo è più esposto alle varianti contagiose come la Omicron. Si tratterebbe anche di una procedura utile per contingentare i vaccini anti Covid.