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Tassa per chi rifiuta la vaccinazione contro il Covid-19: che cos’è la proposta per arginare i no-vax

Pubblicato: 13/01/2022 15:10

Dal Québec arriva una misura inedita contro la popolazione no-vax, che prevede l’adozione di una vera e propria tassa per gli adulti che non intendono vaccinarsi contro il Coronavirus. Quali sono le ragioni che hanno portato a questa decisione e come saranno applicate le tassazioni.

No vax, cosa c’è dietro la decisione di tassarli

Il Québec è la seconda provincia più popolata del Canada ed è caratterizzata dal più alto numero di contagi in tutto il Paese. Al momento, i dati parlano di 2.742 ricoveri in ospedale, con almeno 255 persone in terapia intensiva in tutta la provincia. In particolare la nuova variante Omicron starebbe creando numerose difficoltà nell’applicazione delle misure restrittive, a causa della sua alta trasmissibilità. La Omicron sembra essere anche alla base dell’impennata di contagi e del peso sempre più crescente sul sistema sanitario. Dal 30 dicembre inoltre vige il coprifuoco alle 22 e il divieto di creare assembramenti, anche privati. In questo contesto si inserisce la scelta del premier Francois Legault, candidato con il suo partito Caq alle elezioni provinciali in ottobre, di tassare tutte le persone adulte che rifiuteranno di vaccinarsi.

A quanto ammonterà la controversa tassa sui no-vax canadesi

Il motivo alla base della decisione di tassare i no vax del Québec sarebbe, come dichiarato dallo stesso premier Legault in conferenza stampa, il riconoscimento dell’onere finanziario rappresentato dalle persone non vaccinate per tutta la provincia. In tutto il Québec, il 10% della popolazione non si è sottoposto a nessuna dose di vaccino contro il Covid. La metà dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive, però, è composta proprio persone non vaccinate. La soluzione individuata dal premier è quindi il versamento di una tassa, stimata dal Ministero delle finanze provinciale in almeno 100 dollari canadesi, cioè circa 70€. Dalla tassa saranno esclusi tutti coloro che non possono ricevere la vaccinazione per motivi di natura medica. Secondo Carolyn Ells, professoressa di medicina e scienze della salute della McGill University, una proposta di questo tipo potrebbe trovare giustificazione all’interno di un’emergenza sanitaria, ma saranno i dettagli a determinare se potrà sopravvivere ai tribunali, come ha spiegato all’agenzia Reuters.