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Robinho condannato per stupro di gruppo: la Cassazione conferma 9 anni di carcere per l’ex Milan

Pubblicato: 19/01/2022 21:26

La Cassazione ha sancito la definitiva condanna per il calciatore Robson de Souza Santos, noto come Robinho. Militava nel Milan quando, nel 2013, ha abusato sessualmente di una ragazza assieme ad altre persone, alcune rivelatesi irreperibili. L’avvocato di parte civile si augura ora che il Brasile collabori per l’estradizione: Robinho dovrà scontare molti anni di carcere in Italia.

Condannato per stupro l’ex Milan Robinho: con lui l’amico Ricardo Falco

Si è conclusa dopo 9 anni la vicenda che ha per protagonista l’ex stella del Milan Robinho. Il calciatore, arrivato in Italia nel 2010 dal Manchester City e rimasto nel club milanese fino al 2014, era stato accusato di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese, avvenuta in una discoteca di Milano il 22 gennaio 2013. Con lui, altre cinque persone secondo quanto emerso dai processi: tra questi l’amico Ricardo Falco, che ha condiviso con Robinho lo stesso esito processuale.

Dopo la condanna del 23 novembre 2017, i giudici della Terza sezione penale della Cassazione oggi hanno condannato Robinho a 9 anni di carcere, confermando quindi la sentenza della Corte di Appello di Milano del dicembre 2020. Robinho è stato trovato definitivamente colpevole di stupro di gruppo. Determinanti alcune telefonate dello stesso calciatore, in cui avrebbe detto: “Sto ridendo perché non mi interessa, la donna era ubriaca, non sa nemmeno cosa sia successo“.

Robinho in carcere per stupro: si attende l’estradizione dal Brasile

Il calciatore ex Real Madrid negli ultimi anni ha giocato in Cina, Turchia e Brasile, mentre la vicenda di cui era accusato faceva il suo corso in Italia. Non era la prima accusa di questo tipo per Robinho: nel gennaio 2009 era stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale, dalla quale poi era stato completamente scagionato. Per i fatti del 2013, invece, Robinho dovrà scontare 9 anni di carcere: per l’avvocato Franco Moretti, un epilogo giudiziario “gravemente in giusto“. L’avvocato di parte civile Jacopo Gnocchi, invece ad Adnkronos esulta: “Per noi giustizia processuale è stata fatta“.

Il problema, ora, è ottenere la possibilità di far scontare a Robinho la pena comminata dal massimo grado di giustizia italiana: il calciatore al momento sarebbe in Brasile ed è quindi necessario chiederne l’estradizione. “Ora il punto è capire cosa vorrà fare il Brasile – ha dichiarato l’avvocato alla stessa fonte – confidiamo che tuteli le vittime e non i colpevoli e che sconti la pena“. La questione però non è scontata: Gazzetta dello Sport riferisce che dal 1988 la Costituzione vieta l’estradizione dei brasiliani per reati commessi e per cui sono stati condannati in altri Paesi come l’Italia. Possibile quindi che ora lo Stato Italiano emetta un mandato d’arresto internazionale, di modo che qualora i due tornassero nell’Unione Europea verrebbero arrestati.