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Covid, trapianto di fegato tra due soggetti positivi al virus: succede alle Molinette di Torino

Pubblicato: 20/01/2022 14:16

Da Torino arriva la notizia di un trapianto di fegato da un donatore positivo al Covid a un paziente di 56 anni appena contagiatosi. Ecco qual è la storia dietro questo importante intervento e quali sono le condizioni di salute del paziente dopo l’operazione.

Trapianto di fegato tra soggetti positivi al Covid, l’incredibile storia che arriva da Torino

Il Centro Nazionale Trapianti aveva esteso la donazione di organi salvavita da parte di soggetti positivi al Covid a candidati che risultassero negativi e si fossero sottoposti a un ciclo completo di 3 dosi di vaccinazione, con l’ultima somministrazione avvenuta da meno di 4 mesi. Pochi giorni fa questa direttiva è stata applicata presso l’Ospedale Molinette di Torino, con un trapianto di fegato da un donatore positivo a un ricevente che si era però appena contagiato, nonostante le 3 dosi di vaccino. Il ricevente, un torinese di 56 anni, era affetto da una malattia irreversibile, una cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva. I tamponi effettuati durante il periodo precedente al trapianto erano sempre risultati negativi e la positività si è manifestata solo prima dell’ingresso in sala operatoria. Il paziente era asintomatico e l’équipe ha scelto di procedere con il trapianto salvavita, dopo aver valutato il rapporto tra i rischi e i benefici di un intervento del genere.

Come si è concluso il trapianto di fegato tra soggetti positivi: le condizioni di salute del paziente

Il paziente 56enne aveva subito accettato di ricevere il trapianto di fegato da un soggetto 47enne, deceduto per cause cerebrovascolari, che era compatibile con la sua condizione sebbene fosse risultato positivo allo screening per SARS-CoV-2. Dopo la scoperta della positività del ricevente, la sala operatoria è stata convertita in sala Covid e l’équipe è stata dotata degli appositi dispositivi di protezione individuale. L’intervento è durato 7 ore e, al termine del trapianto di fegato, al ricevente è stata somministrata una dose di anticorpi monoclonali, in modo poter  prevenire un possibile progredire dell’infezione durante il periodo post-trapianto. Il 56enne è stato quindi ricoverato in rianimazione Covid, dove si è risvegliato dopo meno di 24 ore ed è stato estubato. Ora starebbe affrontando un normale decorso post-operatorio con una buona funzionalità del fegato, anche se l’ultimo tampone continuerebbe a essere positivo.