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Prima scuola biofila in Italia: l’apprendimento è più piacevole ed efficiente in contatto con la natura

Pubblicato: 21/01/2022 17:28

Si trova a Gressoney-La-Trinité, a nord est della Valle d’Aosta, ed è la prima scuola biofila in Italia. L’edificio è stato oggetto di una riqualificazione finanziata dall’Unione Europea, che ha trasformato le aule seguendo i criteri del biophilic design. Le ricerche hanno evidenziato dei benefici per i bambini, sia nelle prestazioni scolastiche che nella loro sensibilità per l’ambiente.

Scuola biofila, aule-natura per migliorare l’apprendimento scolastico

Anche in contesti immersi nella natura, le lezioni all’aperto non sono sempre possibili. In questo scenario si è inserito il progetto Nasa, Nuova Architettura Sensibile Alpina, condotto dall’Università della Valle d’Aosta e incentrato sugli ambienti biofili e le conseguenze sui rendimenti scolastici. La biofilia, introdotta dal biologo Edward Wilson nel 1984 è, secondo il biologo statunitense, l’inclinazione a concentrarsi sugli organismi viventi e su quanto li circonda, e in alcuni casi ad “affiliarvisi emotivamente“.

Gli studi, effettuati dal Laboratorio di Ecologia Affettiva, interno al gruppo di ricerca di Educazione ambientale dell’ateneo valdostano, sono partiti da questi principi. Le tre aule della scuola primaria di Gressoney-La-Trinité rappresentavano un ambiente di studio convenzionale. Nell’estate del 2017, una riqualificazione edilizia ha convertito le tre aule (grande, piccola, e la mensa) seguendo tutti i principi della progettazione biofila.

Il modello della scuola biofila

La scuola è stata oggetto di vari cambiamenti. L’illuminazione diffusa e dinamica che si adatta in base alla luminosità solare, oltre alla temperatura e al flusso d’aria variabili, controllati da un sistema di ventilazione meccanica. Le tende garantiscono la protezione dei raggi solari e permettono di mantenere il contatto con l’ambiente esterno. I pannelli decorativi in sughero marrone e con lichene stabilizzato, offrono esplorazioni tattili e olfattive.

Nell’aula grande, un angolo rifugio è utilizzato dagli studenti per recuperare le energie mentali. Uno scorcio che simula un’ambiente boschivo con un ruscello decora una parete della mensa. Per completare l’arredo, gli alunni hanno scelto e collocato diverse piante nelle tre aule, e sono incaricati di prendersene cura.

Scuola biofila, maggior attenzione e apprendimento più efficiente

Le osservazioni sperimentali sono durate 3 anni, coinvolgendo 20 alunni tra i 6 e gli 11 anni. Nel primo anno gli studi sono avvenuti prima della riqualificazione, mentre negli ultimi 2 dopo la progettazione biofila. Ogni anno, le misurazioni sono avvenute in tre periodi: autunno, inverno e primavera, con luogo e orari inalterati (che cambiavano l’anno seguente). Una scelta casuale decideva i test attitudinali per lo studio e le lezioni in cui somministrarli.

Alla lezione di 50 minuti seguiva una pausa di 5 minuti in aula, e dopo 20 minuti dall’inizio della seconda lezione si distribuivano i test. Quattro prove hanno misurato l’attenzione, la connessione con la natura, la preferenza degli alunni tra gli ambienti di apprendimento proposti e la loro qualità rigenerativa. Per lo svolgimento sono state utilizzate le aule prima e dopo la riqualificazione e l’ambiente esterno.

Aule tradizionali e biofile, i risultati degli studi

I risultati hanno mostrato una preferenza per le aule biofile rispetto a quelle tradizionali, nel test che chiedeva di scegliere l’ambiente preferito e in quello che richiedeva di valutare la qualità rigenerativa. Solo l’ambiente esterno ha ottenuto un punteggio più alto.

Dal test sull’attenzione è emerso un maggior numero di risposte corrette date nello spazio esterno, al secondo posto nelle aule biofile e all’ultimo nelle aule classiche. La connessione con la natura ha infine evidenziato un aumento progressivo dopo la riqualificazione delle aule.  

Scuola biofila, i dati incoraggianti e i limiti  

Come riporta il settimanale La Vallée Notizie, la ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Environment, Development and Sustainability. Giuseppe Barbiero, direttore di Green – UniVda, è soddisfatto dello studio: “Dimostra che il contatto continuativo con la natura migliora la capacità di concentrazione dei bambini“. Barbiero ha sottolineato come l’ambiente naturale “rende più rapida ed efficiente la rigenerazione dell’attenzione diretta e sostenuta“.

I risultati hanno inoltre evidenziato il merito delle aule biofile nel rafforzare il legame con la natura, “un predittore del comportamento pro-ambientale“. I dati ottenuti hanno però dei limiti, legati al numero ristretto degli alunni coinvolti, che non permette delle analisi statistiche. Lo studio è in ogni caso un punto di partenza e potrà, in futuro, essere un riferimento per ricerche più ampie.