Vai al contenuto

Corruzione, l’Italia migliora nella classifica mondiale e guadagna 14 punti in 10 anni: cosa succede nel mondo

Pubblicato: 25/01/2022 10:05

Ogni anno, Transparency International stila una classifica degli Stati in base all’indice di percezione della corruzione. L’edizione 2021 ha mostrato un balzo in avanti per l’Italia, mantenendo il trend positivo acquisito negli ultimi anni. Ecco come viene stabilita questa classifica e cosa è cambiato per il nostro Paese.

Indice di corruzione, l’Italia migliora la propria posizione: di cosa si tratta

Transparency International è un movimento che opera in più di 100 Stati e lotta contro la corruzione. Ogni anno elabora un indice di percezione della corruzione, che può assumere un valore compreso tra 0 (elevata corruzione percepita) e 100 (nessuna corruzione percepita). Questo indice riguarda in particolare la corruzione percepita nel settore pubblico ed è ottenuto con particolari strumenti di analisi e sondaggi rivolti a esperti. Mentre in tutto il mondo tale indice è rimasto praticamente invariato, con una media globale di 43 su 100, l’Italia ha migliorato il proprio punteggio. Su 180 Paesi, infatti, il nostro si è collocato alla 42esima posizione con 56 punti. Nel 2020, invece, l’Italia era 52esima.

Che cosa succede nel mondo secondo l’indice di corruzione percepita

In base all’indice elaborato da Transparency International, negli ultimi 10 anni l’Italia ha guadagnato 14 punti. Transparency International ha commentato sottolineando come “è il risultato della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell’ultimo decennio e fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia”. Al di fuori dei nostri confini, sono ben 131 gli Stati in tutto il mondo che non hanno migliorato il proprio punteggio e, quindi, la lotta contro la corruzione. In particolare, i 2/3 di Paesi hanno un punteggio più basso di 50, dunque nella metà inferiore dell’indice. 27 Stati, infine, nel 2021 hanno registrato il loro punteggio più basso di sempre. Per Transparency International, parte di questa situazione può essere collegata all’avvento della pandemia che, in alcuni casi, ha inasprito le minacce ai diritti umani e alla democrazia, fattori collegati alla presenza di forte corruzione. Gli ultimi posti della classifica stilata da Transparency International sono occupati da Siria e Somalia con 13 punti e dal Sud Sudan con 11 punti. Ai vertici si collocano Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda con 88 punti.