Ci sono novità per le persone che intendono viaggiare all’interno dell’Unione Europea. È infatti cambiato l’approccio europeo ai viaggi, in modo da poter semplificare gli spostamenti, per i possessori di Green Pass. Ecco che cosa occorre per poter viaggiare e quali sono le principali novità.
Viaggi, cosa cambia per i possessori di Green Pass all’interno dell’Unione Europea
Prima, i viaggiatori erano vincolati alle mappe settimanali dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. In base al proprio Paese di provenienza, infatti, potevano essere disposte misure differenti quali obbligo di quarantena o di sottoporsi a determinate tipologie di tamponi entro certi intervalli di tempo. Le mappe dell’Ecdc servivano per tracciare la diffusione del Coronavirus e potevano escludere l’ingresso o la partenza da determinate località. Ora, il nuovo approccio europeo ai viaggi è basato sullo status del singolo viaggiatore. In particolare, chi è in possesso del Green Pass potrà viaggiare liberamente nell’Unione Europea senza incorrere in altre restrizioni.
Viaggiare in Europa, quali sono le regole per chi vuole entrare in Italia
La decisione dell’Unione Europea assume la forma di raccomandazione non vincolante rivolta agli Stati membri e interessa tutti i viaggiatori che siano in possesso di un certificato Covid digitale dell’Unione, in corso di validità. Questa decisione sarebbe stata dettata dalla volontà di abbandonare le numerose misure aggiuntive adottate da alcuni Stati europei, capaci di rendere più difficili i viaggi, nel contesto di un’Europa in cui si è ormai diffusa la variante Omicron, come riferisce l’agenzia Agi. Tra le raccomandazioni della Commissione Europea, c’è anche quella di mantenere le procedure di tampone prima della partenza e di quarantena dopo l’arrivo nei confronti di quei viaggiatori provenienti da zone caratterizzate da un’alta diffusione di Coronavirus e che non siano in possesso di Green Pass. Al momento, fino al 31 gennaio l’Italia prevede l’obbligo per tutti i viaggiatori di sottoporsi a un tampone al loro arrivo, a prescindere dal loro status vaccinale. Si tratta di una misura su cui dovrà esprimersi il Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, per decidere se procedere a un’eventuale proroga oppure recepire le raccomandazioni dell’Unione Europea.