Sangue e orrore a Raffadali, in provincia di Agrigento, dove un giovane di 24 anni è stato ucciso in piazza, nel cuore del Comune dell’Agrigentino, freddato con 15 colpi di pistola sparati a bruciapelo. Un’esecuzione in pieno centro, agghiacciante sequenza di morte che sarebbe cristallizzata in video registrato dalle telecamere di videosorveglianza che insistono sulla scena del crimine. Ad agire, secondo quanto appreso nelle ultime ore, sarebbe stato il padre della vittima, un poliziotto che avrebbe reso una piena confessione dopo l’omicidio.
Omicidio Agrigento: giovane ucciso con 15 colpi di pistola, fermato il padre poliziotto
Avrebbe sparato al figlio a bruciapelo, firmando un’esecuzione da distanza ravvicinata per strada, nel cuore di Raffadali, nell’Agrigentino dove, poco dopo il delitto, sarebbe stato fermato. Secondo quanto riportato da Ansa e Adnkronos, la vittima sarebbe Vincenzo Gabriele Rampello, un 24enne contro cui sarebbero stati esplosi 15 colpi di pistola.
Il presunto assassino, riferiscono ancora le agenzie, sarebbe il padre, Gaetano Rampello, poliziotto in servizio a Catania poi fermato dai Carabinieri. Il cerchio delle indagini si sarebbe stretto velocemente intorno al suo profilo e avrebbe confessato.
24enne ucciso a Raffadali: l’ipotesi sul movente dell’omicidio
Nelle ultime ore sarebbe emerso il perimetro di un possibile movente dietro il delitto. Secondo quanto finora ricostruito con gli elementi raccolti nelle prime fasi d’indagine, l’azione sarebbe maturata nel contesto di un profondo attrito tra padre e figlio. Il padre della vittima, 57 anni, avrebbe estratto l’arma di ordinanza al culmine di una lite, per poi sparare all’indirizzo del giovane. Davanti agli inquirenti, riferisce Ansa, assistito dal legale Daniela Posante, l’uomo avrebbe reso una piena confessione.
Il primo proiettile avrebbe raggiunto il 24enne alla testa, poi una scarica di colpi avrebbe attinto la vittima mentre era già a terra. Poco prima dell’omicidio, il giovane avrebbe chiesto dei soldi al genitore e tra i due sarebbe nata una discussione sfociata nel sangue. Il delitto sarebbe stato ripreso da alcune telecamere della zona.
Omicidio Agrigento: l’interrogatorio del poliziotto fermato dopo il delitto
In sede di interrogatorio, secondo un passaggio riportato dall’Ansa, il poliziotto avrebbe parlato di minacce e di un tentativo di aggressione subiti per questioni economiche: “Mi ha telefonato chiedendomi 30 euro – avrebbe detto agli investigatori ricostruendo le presunte pressioni e richieste del figlio –, quando glieli ho dati ha iniziato a insultarmi e minacciarmi dicendomi che ne voleva 50. Mi ha aggredito e sfilato il portafogli prendendo altri 15 euro, di più non avevo in tasca. A quel punto ho avuto un cortocircuito e gli ho sparato non so quanti colpi“. Al vaglio dei Carabinieri della Compagnia di Agrigento, riportano ancora le agenzie di stampa, il presunto tessuto di dissidi familiari che lo stesso indagato avrebbe ricalcato nel corso delle sue dichiarazioni agli inquirenti.