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Violenza sulle donne all’interno di una relazione di coppia: quali sono gli indicatori e quali sono gli allarmi

Pubblicato: 03/02/2022 08:37

Articolo a cura della dott.ssa Michela Garzia – Psicologa della Rete dei CAV SanFra

Il fenomeno della violenza di genere, notoriamente strutturale e radicato nelle disuguaglianze sociali ancora oggi contemplate tra uomini e donne e che colpisce queste ultime proprio in quanto tali, è oramai riconosciuto come una vera e propria violazione dei diritti umani fondamentali poiché, a fronte delle caratteristiche che lo contraddistinguono, priva le donne del diritto ad essere libere e sicure, di non essere sottoposte ad alcuna forma di tortura né a trattamenti crudeli, di godere di una posizione di parità all’interno del nucleo familiare e, nei casi più estremi, anche del diritto alla vita. 

Violenza all’interno della coppia è una negazione di un diritto umano

Tutto ciò può verificarsi in tutte quelle situazioni che più facilmente vengono lette dal senso comune come condizioni di obiettiva deprivazione, come ad esempio la tratta di donne e bambine, la prostituzione forzata, la violenza sui bambini e sulle bambine, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili. Ma, come già detto, tali condizioni di soverchiamento e oppressione sono presenti e agiscono secondo la medesima logica anche laddove risulta più difficile riconoscerle come rappresentazione della negazione di un diritto umano, quale è ad esempio la relazione di coppia.  

Questo accade perché purtroppo, ancora oggi, nonostante il pullulare di donne morte per mano di partner o ex partner, si fa fatica a riconoscere che l’uccisione di quelle donne rappresenta l’esito finale di una dinamica strutturale, ciclica, culturalmente determinata nelle sue origini, prevedibile e naturalmente non avente alcun tipo di pertinenza con l’affetto, l’amore, il legame o con il conflitto, così come generalmente si tende a confondere. 

È molto difficile contemplare, per chiunque guardi a queste situazioni dall’esterno, che tutto ciò che avviene all’interno di una coppia costituita da due persone che si sono scelte, hanno costruito un rapporto e una famiglia insieme, possa avere a che fare con dei reati penali e con agiti criminosi. 

Come si spiega la violenza all’interno di una relazione “d’amore”

La spiegazione di questo è tutta negli stereotipi! Perché si attribuisce sempre a loro la colpa? Perché gli stereotipi ci danno una chiave di lettura immediata e automatica che ci consente di associare senza troppi sforzi una qualunque cosa ad un significato diretto, con il limite di non permetterci una messa in discussione di tale associazione altrettanto automatica. 

Così anche la relazione di coppia e tutte le dinamiche che la costituiscono è intrisa di stereotipi attraverso i quali la interpretiamo e la guardiamo. 

Se ti ama davvero è geloso e possessivo

Uno dei più diffusi è certamente il seguente: POSSESSIONE = AMORE VERO. 

Molto spesso si tende ad utilizzare il termine possesso come sinonimo di gelosia, ossia come un modo alternativo di indicare un’emozione che è l’espressione di un timore di perdere il/la partner a causa di altri/e. Rappresenta certamente un’emozione che fa parte di tutte le relazioni umane, ma di contro la possessività indica la messa in atto di un comportamento ben preciso associato all’idea che l’altra persona sia comunque un oggetto di proprietà che non può avere libertà di pensiero e di scelta. La violenza domestica non è altro che un continuo perpetrarsi di tentativi di possesso e di controllo sempre più incalzanti e che determina il restringimento ingravescente dello spazio personale della donna, in termini di pensieri, emozioni e azioni (Bonura, 2016). E laddove la donna non risponda adeguatamente a questa pretesa di controllo e di possesso, ne risulta necessario l’abbattimento fisico oltre che morale. 

Pertanto, quando all’interno di una relazione di coppia si individuano comportamenti di costante controllo e ricerca ossessiva di dimostrazione di fedeltà, non vanno ascritti a segnali di un estremo e sentito interessamento da parte del partner, quanto ad indicatori precoci di rischio di futuri comportamenti palesemente violenti e dannosi per l’integrità psico-fisica di chi li subisce.  

Il conflitto non porta per forza alla violenza

Un altro bias molto diffuso nell’ambito delle relazioni violente è la confusione tra CONFLITTO e VIOLENZA.  

In particolare si tende ad immaginare che le relazioni abusanti siano “solo” delle relazioni estremamente conflittuali. 

In verità il conflitto rappresenta quel momento in cui due parti in contrapposizione, riconoscendo pari dignità e diritti nell’altro/a, tentano di negoziare delle soluzioni dove entrambi sono in grado di rinunciare a qualcosa e, qualora il conflitto sia estremamente aspro, si prevede la possibilità di una rottura riconoscendo all’altro/a la libertà di scegliere di andar via dal rapporto. 

Tutto questo non avviene invece in una relazione violenta, dove al contrario vi è la pretesa da parte dell’uomo che la donna sia accomodante e sottomessa a suo esclusivo discapito. 

È proprio in questo punto che possiamo osservare come, in quest’ultimo caso, i diritti fondamentali della donna vengono evidentemente violati. 

Appare dunque fondamentale e doveroso, per poter comprendere le dinamiche che spiegano l’originarsi e l’esacerbarsi della violenza nella coppia, assumere questi principi cardine che sono alla base di una loro piena comprensione. 

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2022 09:56