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Lavoro, crolla l’occupazione femminile nel Sud Italia: i drammatici dati di Confcommercio e il divario dall’Europa

Pubblicato: 07/02/2022 16:40

Confcommercio ha espresso preoccupazione per la situazione occupazionale femminile nel Sud Italia, descritta dal rapporto sul Sud e il Pnrr. Ecco cosa dicono i dati emersi dal rapporto dell’Ufficio Studi e quali sono le principali problematiche da affrontare.

Occupazione femminile nel Meridione, i dati allarmanti di Confcommercio

Il rapporto a cura dell’Ufficio Studi di Confcommercio ha evidenziato la gravità della situazione occupazionale femminile nel Meridione ed è basato sui dati raccolti fino al 2019. Le donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni presentano un tasso di occupazione di appena il 33%. Per confronto, la percentuale nel Centro-Nord è pari al 59,2% e nell’Unione Europea si attesta al 63%, quasi il doppio. Il rapporto si sofferma in particolare sul caso della Calabria, con un tasso di occupazione che è passato dal 31% nel 2007 all’attuale 30,3%. Secondo quanto commentato da Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi, sul sito di Confcommercio, “In ampie aree del nostro Mezzogiorno non conviene lavorare, soprattutto alle donne, perché non si guadagna abbastanza e si perde molto in termini di servizi pubblici che non esistono, a partire dagli asili nido. O si aggiustano queste condizioni di contesto o gli incentivi, come detto, potranno fare poco”. Per il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il Meridione è stato indebolito anche dalla crisi conseguente la pandemia da Covid a livello di occupazione, capitale produttivo e di reddito.

Le proposte di Confcommercio per rilanciare il Sud Italia e l’occupazione

Tra le soluzioni proposte da Confcommercio nell’analisi c’è l’esortazione a prestare attenzione ai problemi infrastrutturali del sud Italia. In particolare, un maggiore controllo del territorio e contrasto alla micro-illegalità, unito alla digitalizzazione della burocrazia potrebbero contribuire a risollevare la situazione raffigurata nel rapporto. Tra gli interventi rilevanti si fa riferimento anche alla riduzione dei gap infrastrutturali in tema di accessibilità, partendo dai trasporti fino alla banda larga, che escludono una connessione con il resto dell’Italia e con l’Europa. Secondo il direttore Bella il successo del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, costituirebbe un obiettivo “sfidante” per il Meridione a causa dei “ritardi amministrativi, burocratici e produttivi”. Superarli si tradurrebbe quindi nell’efficienza degli investimenti e nella riuscita del progetto.

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