Sono stati pubblicati i dati che fotografano la situazione dello spreco alimentare in Italia. Nel 2021, gli italiani hanno buttato via quasi 31 kg di cibo a testa, il 15% in più rispetto al 2020, in particolare nel Sud del nostro Paese. Qual è la situazione che emerge e quanto vale economicamente lo spreco di alimenti.
Spreco di cibo, quanto ne buttiamo via ogni settimana e quali sono i dati degli altri Paesi
I dati che descrivono lo spreco di cibo in Italia sono stati resi noti da Waste Watcher International, tramite monitoraggio dell’Ipsos, e pubblicati nel report Il caso Italia 2022. Durante lo scorso anno, gli italiani hanno gettato nell’immondizia 1.866.000 tonnellate di cibo, che corrispondono in media a 30,956 kg annui a testa, cioè a 595,3 grammi di cibo sprecato per ogni settimana del 2021. Si tratta di un aumento del 15% rispetto ai 529,3 grammi di cibo buttati via per ogni settimana del 2020. Durante il primo anno di pandemia, infatti, si era confermata una tendenza positiva di riduzione degli sprechi alimentari, secondo quanto illustrato nel report del 2021. Andrea Segrè, fondatore della Campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, ha confrontato i dati dell’Italia con quelli di alcuni Stati, da cui emerge come i russi sprechino 672 grammi settimanali di cibo, gli spagnoli 836 grammi, gli inglesi 949 g, i tedeschi 1081 g, i canadesi 1.144 g, i cinesi 1.153 g e gli statunitensi 1.453 grammi.
Quali sono i cibi che finiscono più spesso nella spazzatura
Quali sono gli alimenti che gli italiani hanno buttato via più spesso? La classifica dei cibi più colpiti dallo spreco è composta da:
- Cipolle, aglio e tuberi, di cui sono stati gettati nella spazzatura 18,7 grammi a settimana;
- Verdure (19,5 grammi);
- Pane fresco (20,0 grammi);
- Insalate (21,4 grammi);
- Frutta fresca (25,5 grammi).
Secondo quanto emerso dal report di Waste Watcher International, il 47% delle persone intervistate ha affermato di buttare via il cibo perché si è dimenticato di averlo e dunque lo ha trovato scaduto oppure deteriorato. Il 45% ha ipotizzato che le altre famiglie sprecano cibo perché ne acquistano quantità eccessive.
Quali sono le abitudini e le opinioni degli italiani sullo spreco alimentare
Il report ha evidenziato come l’86% degli intervistati faccia attenzione a consumare per primi i cibi deperibili, o comunque di valutare la quantità di cibo necessaria prima di iniziare a cucinare. L’85% ha affermato di conservare gli avanzi di cibo, di controllare che gli alimenti scaduti possano ancora essere mangiati oppure di consumare tutto il cibo che si è preparato. Tra gli effetti negativi dello spreco alimentare, l’83% ha indicato il danno economico e l’effetto diseducativo sui giovani, ma anche l’immoralità di questi sprechi alimentari (80%), di risorse (78%) e dell’inquinamento ambientale (76%).
Riguardo ai comportamenti e ai provvedimenti da adottare per contrastare lo spreco di cibo, l’89% del campione intervistato ha indicato l’importanza di un’istruzione adeguata nelle scuole, mentre l’85% ha menzionato l’utilità di mostrare ai cittadini gli effetti concreti dello spreco sull’ambiente e sull’economia. Infine, l’83% ha affermato che potrebbero essere migliorate le etichette che indicano le modalità di consumo.
Dove si spreca più cibo e a quanto ammonta il danno economico secondo il report
A livello geografico, dal report emerge come il Sud Italia sprechi alimenti il 18% in più rispetto alla media nazionale. I nuclei famigliari che sprecano di più sono quelli senza figli, con il 12% rispetto alla media. Infine, a livello economico, i ceti medio-bassi sprecano il 12% in più e quelli popolari il 7%. Nei Comuni medi inoltre si registra un +8% di spreco rispetto alla media nazionale.
Economicamente parlando, la quantità di cibo buttato nella spazzatura vale nel complesso 7.370.000.000€, quasi il doppio della cifra che il Governo ha destinato alle misure contro il caro bollette. Se si considera anche lo spreco alimentare che coinvolge l’intera filiera, tra produzione, distribuzione e commercio, il valore di questi sprechi raggiunge i 10.500.000.000€. Una cifra analoga è stata disposta dal Governo per l’ultima manovra per le infrastrutture italiane, come evidenzia il report basandosi sui dati del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, su rilevazioni a cura di Istat e di Waste Watcher per la Campagna Spreco Zero.