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Bimbo di 4 anni muore il giorno dopo essere stato visitato e rimandato a casa dall’ospedale: il caso a Milano

Pubblicato: 16/02/2022 10:29

Un bimbo di 4 anni sarebbe deceduto il giorno dopo essere stato visitato al Pronto soccorso del Policlinico di Milano, per forti dolori all’addome, e rimandato a casa con diagnosi di gastroenterite. Le sue condizioni si sarebbero aggravate progressivamente nel corso delle ore successive, al punto da richiedere un trasporto d’urgenza all’ospedale concluso con l’infausto epilogo. Due medici risulterebbero iscritti nel registro degli indagati.

Bimbo di 4 anni muore il giorno dopo essere stato visitato e rimandato a casa dall’ospedale a Milano

Il caso, secondo quanto riportato dall’Ansa, risalirebbe al mese di novembre scorso, ma la notizia sarebbe emersa soltanto nelle ultime ore. Sulla vicenda sarebbe in corso un’indagine della Procura del capoluogo e i nomi di due medici – una specializzanda che avrebbe condotto la visita e uno specialista di turno al momento del primo accesso del bambino – sarebbero attualmente iscritti nel registro degli indagati con ipotesi di omicidio colposo.

I genitori, riferisce la stessa agenzia di stampa, avrebbero portato il piccolo al Pronto soccorso del Policlinico di Milano con dolori addominali che sarebbero iniziati qualche giorno prima. Dopo essere stato visitato, il minore sarebbe stato dimesso con una diagnosi di gastroenterite. Tornato a casa, il suo quadro sarebbe peggiorato velocemente e, intervenuto il 118, il bimbo sarebbe stato portato nuovamente in ospedale. Lì sarebbe morto a causa di una peritonite acuta.

Bimbo morto dopo essere stato visitato e rimandato a casa: le indagini in corso

Secondo quanto si apprende, la Procura di Milano avrebbe disposto una consulenza volta a accertare eventuali imperizie da parte dei sanitari. Stando a quanto riportato dall’Ansa, a visitare il minore sarebbe stata soltanto la specializzanda. Le dimissioni sarebbero state autorizzate dal medico di turno in Pronto soccorso.

Dalla ricostruzione finora compiuta, sarebbe emerso che il piccolo avrebbe manifestato dolori addominali e vomito nei giorni precedenti e, alla luce della persistenza del quadro, i genitori lo avrebbero portato all’ospedale. Il secondo accesso alla struttura, dopo la prima visita e il ritorno a casa, non sarebbe servito a salvargli la vita: l’infiammazione da peritonite, riporta Ansa, avrebbe ormai gravemente compromesso la situazione fino all’evoluzione irreversibile.

In merito alla posizione dei due medici, oltre alla valutazione del rispetto dei protocolli, gli inquirenti punterebbero anche a anche capire perché non abbiano effettuato l’esame della Ves che consente di evidenziale l’eventuale presenza di uno stato di infiammazione. Si tratta di una analisi del sangue che rileva la “velocità di eritrosedimentazione”, cioè il tempo in cui avviene la separazione dei globuli rossi dal plasma (processo che avviene tanto più velocemente quanto più alto è lo stato infiammatorio). Sebbene non specifico (in quanto non rileva la patologia che causa il problema), risulta utile in fase diagnostica per verificare la presenza di un’infiammazione e procedere poi a indagini di natura più profonda e specifica.