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Caro bollette di luce e gas, prezzi alle stelle nel primo trimestre 2022: le previsioni per i prossimi mesi

Pubblicato: 16/02/2022 15:54

L’Autorità Arera in audizione al Senato ha rivelato i numeri degli aumenti nelle bollette di luce e gas, anche tenendo conto delle misure disposte dal Governo. Ha anche ipotizzato come evolverà il caro bollette nei prossimi anni: ecco quali sono le cifre degli aumenti e le prospettive per il futuro.

Caro bollette di luce e gas, l’Arera stima aumenti fino al 131% sull’elettricità

Durante l’audizione al Senato avvenuta in data 14 febbraio, l’Autorità Arera ha spiegato come il primo trimestre del 2022 abbia assistito a un aumento del 131% sull’energia elettrica e del 94% sul gas naturale per i clienti domestici. Il confronto è stato fatto con il primo trimestre del 2021 e ha mostrato un aumento da 0,2006€/kWh a 0,4603€/kWh per l’elettricità, mentre per il gas i prezzi sono passati da 0,07066€/metro cubo a 0,13732€/metro cubo. Per quanto riguarda i prezzi all’ingrosso, il rincaro ha toccato il 500% per il gas naturale e il 400% per l’energia elettrica a partire dalla seconda metà del 2021.

Le previsioni dell’Autorità Arera per il prossimo biennio: cosa succederà al caro bollette

L’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha stimato i valori medi per l’anno 2022 in 65€/MWh per il gas naturale e 170€/MWh per l’energia elettrica. Negli ultimi giorni ha però evidenziato un nuovo aumento che ha portato questi prezzi a sfiorare gli 80€/MWh per il gas naturale e i 200€/MWh per l’energia elettrica. Per quanto riguarda le prospettive per il futuro, queste sarebbero legate a una “significativa volatilità delle quotazioni”, come le ha definite nel corso dell’audizione. Le stime più probabili sembrano indicare come possibili quotazioni per l’anno 2023 le cifre di 55€/MWh per il gas e 150€/MWh per l’energia elettrica. Spingendosi fino al 2024, invece, si ipotizzerebbe un assestamento dei prezzi a 39€/MWh per il gas naturale e 113€/MWh per l’elettricità. Secondo l’Arera si tratta di quotazioni che “permangono superiori alle medie storiche dei prezzi” ma che sembrano comunque caratterizzate da “variazioni che tendono a riflettere le variazioni delle quotazioni dei prodotti di più breve periodo”.