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Mario Chiesa, chi è l’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio: cosa c’entra con Tangentopoli e Mani Pulite

Pubblicato: 17/02/2022 05:00

Il 17 febbraio 1992 scoppiava la vicenda giudiziaria di Mani Pulite con l’arresto di Mario Chiesa, all’epoca presidente del Pio Albergo Trivulzio e colpevole di aver accettato una tangente da 7 milioni di lire. Ecco che cosa fa adesso e chi è stato Mario Chiesa prima dell’avvento di Tangentopoli.

Chi è Mario Chiesa, il primo arrestato di Mani Pulite il 17 febbraio 1992

Mario Chiesa è ricordato per essere stato l’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio che, nel 17 febbraio 1992, fu colto il flagrante nel suo ufficio mentre accettava una tangente da 7 milioni di lire da parte di Luca Magni. Magni era un piccolo imprenditore a capo di una società di pulizia che, a fronte di richieste sempre più insostenibili, si rivolse al magistrato Antonio Di Pietro per denunciare e incastrare Chiesa.

Mario Chiesa nasce a Milano nel 1944 e si laurea in Ingegneria Elettrotecnica nel 1969, presso il Politecnico di Milano. La sua carriera politica inizia in una sezione del Partito Socialista Italiano di Quarto Oggiaro, nel quartiere Musocco-Vialba. Nel 1970 Chiesa diventa capogruppo del PSI nel Consiglio provinciale di Milano e nel 1972 ottiene l’incarico di direttore tecnico dell’ospedale Sacco di Milano, tramite conoscenze all’interno del PSI. Nel 1980 la sua carriera lo porta a diventare assessore dei Lavori Pubblici, sempre nel Comune di Milano, e nel 1985 è assessore per l’Edilizia Scolastica.

L’arresto di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio e la scoperta delle tangenti

È nel 1986 che Mario Chiesa ottiene la presidenza del Pio Albergo Trivulzio, una casa di cura destinata agli anziani meno abbienti localizzata a Milano. Per essere riconfermato alla presidenza del Pio Albergo Trivulzio, nel 1990 sostiene Bobo Craxi nelle elezioni amministrative di quell’anno. In seguito alla denuncia dell’imprenditore Luca Magni, nel 1992 Mario Chiesa viene arrestato: si tratta del primo arresto di Mani Pulite. Chiesa viene così espulso dal PSI. Il segretario del partito, Bettino Craxi, lo definisce un “mariuolo isolato” in un’intervista al TG3 avvenuta il 3 marzo di quello stesso anno. L’arresto è il punto di partenza che permette di individuare alcuni conti bancari in Svizzera, grazie anche alla testimonianza di Laura Sala, ex moglie di Chiesa. La donna, infatti, denuncia più volte la scarsità degli alimenti che Chiesa passa a lei e al figlio 14enne. Sono proprio queste accuse a permettere la scoperta di un vasto giro di corruzione. Il 23 marzo 1992, Mario Chiesa decide di rompere il suo silenzio e di rispondere alle domande dei magistrati.

L’interrogatorio di Mario Chiesa e il suo ritorno alla politica

L’interrogatorio dura oltre una settimana, al termine della quale Chiesa ottiene gli arresti domiciliari. Il verbale di questo interrogatorio conterà ben 17 pagine e confermerà il sistema delle tangenti, “vendicandosi” anche delle parole che Bettino Craxi gli ha rivolto nei giorni precedenti. A questo punto ha inizio Tangentopoli, mentre Bettino Craxi si ribadisce l’integrità del Partito Socialista Italiano. Craxi stesso sarà travolto da Tangentopoli e fuggirà ad Hammamet, dove morirà nel 2000.

Chiesa tornerà all’ambiente politico tramite i convegni della Compagnia delle Opere, legata a Comunione e Liberazione. Nel 2009 scatta però un nuovo arresto con l’accusa di aver raccolto tangenti per la gestione del traffico illecito di rifiuti nella Regione Lombardia. Da questa vicenda deriva il suo soprannome “l’uomo del 10%”, a causa del 10% di costi in più che assumeva lo smaltimento dei rifiuti dopo il termine delle gare d’appalto.

Chi sono i magistrati che hanno condotto l’inchiesta Mani Pulite

Mario Chiesa fu arrestato per opera dell’allora sostituto procuratore Antonio Di Pietro e dal capitano dei carabinieri Roberto Zuliani. Mani Pulite fu un’inchiesta della Procura guidata da Francesco Saverio Borrelli e portata avanti da un gruppo di giovani magistrati: Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Gerardo D’Ambrosio, Ilda Boccassini, Armando Spataro, e Tiziana Parenti, che però lascerà il proprio posto a Francesco Greco e Paolo Ielo. A oggi, Antonio Di Pietro esercita la professione di avvocato, dopo l’esperienza politica iniziata nel 1998 con Italia dei Valori. Greco è stato alla guida della Procura di Milano ed è attualmente in pensione, mentre Ielo è magistrato a Roma. Francesco Saverio Borrelli è invece scomparso a Milano a 89 anni, nel luglio 2019, mentre Gerardo D’Ambrosio scomparve nel 2014. Davigo è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura e potrebbe essere chiamato a processo a Brescia per aver divulgato il contenuto di alcuni verbali coperti da segreto. La prima udienza è attesa proprio il 17 febbraio.

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2022 09:48