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Quanto costa la crisi Russia-Ucraina all’Italia? Oltre al gas importiamo anche il grano per il pane

Pubblicato: 21/02/2022 12:43

Mentre la crisi Russia-Ucraina è al suo apice, il rischio di un conflitto armato e di nuove sanzioni USA alla Russia preoccupano i mercati. La situazione aggiunge incertezza a uno scenario globale già fragile a causa dei timori inflazionistici e della conseguente svolta restrittiva delle banche centrali del mondo. Nelle ultime stime sul Pil globale il Fondo Monetario Internazionale ha inserito la crisi Russia-Ucraina fra le ragioni che hanno portato a tagliare di mezzo punto, dal 4,9% al 4,4% le stime sulla crescita globale. Tutto questo si traduce in previsioni economiche al ribasso e aumento dei prezzi, che riguardano in primis il gas, ma non solo.

Il gas: prezzi più su del 58% nel 2022

A gennaio 2022 le forniture di gas russe verso l’Europa si sono ridotte del 40% rispetto alle attese. La Russia approfitta del suo potere di oligopolista (il 50% delle importazioni extra-europee verso l’Ue vengono da lì) per contenere le perdite. Anche inviando meno gas, quest’inverno il forte aumento dei prezzi sarà sufficiente a non ridurre le entrate di Mosca. Non è una novità: già dalla metà del 2021 le forniture di gas russe verso l’Europa sono più basse rispetto alle attese (-25%, addirittura –40% a gennaio). Anche per questo i prezzi spot del gas naturale in Europa in un anno sono quasi quintuplicati. Secondo l’IMF, il fondo monetario internazionale, potrebbero crescere ancora del 58% nel corso del 2022.

E se davvero si chiudessero i gasdotti che trasportano il gas russo in Occidente?

In questo caso oltre al gas proveniente dagli altri fornitori (che oggi costituisce l’altra metà delle importazioni totali) e il gas immagazzinato negli stoccaggi, l’Europa avrebbe come ultima spiaggia quella di aumentare le importazioni di gas liquefatto. L’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, ha calcolato quali paesi in Europa risultano essere più vulnerabili in caso di interruzione delle forniture. L’Italia risulta essere tra i paesi più “dipendenti” da Mosca. Dall’analisi emerge, in generale, come alla Russia basterebbe poco per mettere l’Europa con le spalle al muro.

Crisi Russia-Ucraina e materie prime

La crisi Russia-Ucraina e la prospettiva di nuove sanzioni USA alla Russia in caso di invasione fanno balzare i prezzi delle materie prime, a partire da alluminio e nichel, di cui Mosca è principale produttore. L’alluminio viaggia in forte rialzo, vicino ai massimi dal 2008: non è mai così alto negli ultimi 14 anni. A guadagnare terreno è anche il nichel che sale del 2,08% a 23.531,50 dollari la tonnellata, non lontano dal massimo degli ultimi 10 anni fatto segnare in gennaio a 24.435 dollari. In rialzo anche il palladio, che guadagna il 5,56% a 2.316,27 dollari l’oncia. Mentre l’oro, considerato bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza, sale dell’1,56% a 1.871,20 dollari. Continuano a correre i prezzi del petrolio. I due benchmark dell’oro nero restano vicino ai nuovi massimi dal 2014, con le quotazioni petrolifere che stanno per raggiungere i 100 dollari al barile.

Il legame economico tra Italia e Russia

l legame economico tra l’Italia e la Russa è testimoniato dalle oltre 500 aziende impegnate sul territorio e da un interscambio che nei primi nove mesi del 2021 è cresciuto del 44% a 20 miliardi di dollari. In Russia il nostro paese esporta l’1,5% del made in Italy, ma per alcuni settori la quota è più rilevante, come per abbigliamento, mobili, elettrodomestici e macchinari. Da tenere d’occhio è anche la catena agricola.

Le ripercussioni in agricoltura

Secondo i dati dell’International Grains Council, l’Ucraina sarà il terzo esportatore mondiale di mais nella stagione 2021-22 e il quarto esportatore di grano, mentre la Russia è il primo a livello mondiale. L’Ucraina – secondo un’analisi della Coldiretti – ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo).

La crisi Russia-Ucraina ha fatto volare le quotazioni internazionali di grano per il pane e mais per l’alimentazione animale. Che hanno registrato rispettivamente un balzo del 4,5% e del 5% in una sola settimana. L’emergenza riguarda da vicino l’Italia che è un Paese deficitario e importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti. Nel 2021 sono arrivati oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia, che ha già annunciato di voler limitare fino al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano.

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2022 14:24