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Pedopornografia, maxi operazione a Bari: 8 arresti, 59 denunciati e decine di perquisizioni

Pubblicato: 22/02/2022 10:12

Maxi operazione della Polizia postale a Bari nel tessuto di un’inchiesta su una presunta rete di pedopornografia online. Il bilancio dell’attività investigativa finora condotta conta 8 persone arrestate, altre 59 denunciate e l’esecuzione di 67 decreti di perquisizione. Detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico le ipotesi al vaglio.

Pedopornografia, maxi operazione della polizia a Bari

L’operazione della Polizia di Stato di Bari, denominata “Revelatum“, ha prodotto i primi effetti in queste ore dopo un’indagine durata circa un anno e mezzo. In una nota, gli inquirenti hanno fornito un bilancio dell’attività investigativa condotta finora e finalizzata al contrasto della pedopornografia online: eseguiti 67 decreti di perquisizione estesi a tutto il territorio nazionale, al cui esito è scattato l’arresto di 8 persone.

Nella trama dell’inchiesta si registrano anche denunce, a carico di 59 persone oltre quelle sottoposte a misura cautelare, per detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico. Il procedimento, spiegano gli inquirenti, è in fase di indagini preliminari e gli elementi confluiti nello spettro d’accusa “devono essere ancora convalidati in sede dibattimentale con il contraddittorio della difesa“.

L’indagine è stata curata dalla Polizia Postale di Foggia e Bari, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – C.N.C.P.O. (Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online), sotto la direzione della Procura distrettuale del capoluogo pugliese.

Pedopornografia, l’indagine della polizia a Bari da una segnalazione anonima

L’indagine della Polizia postale, complessa e articolata nel corso di un anno e mezzo, sarebbe scattata su impulso di una segnalazione anonima e in fase esecutiva ha visto coinvolti oltre 50 uffici di polizia in tutta Italia. L’indicazione giunta agli inquirenti avrebbe riguardato la presenza di materiale pedopornografico all’interno di un cloud, uno “spazio” online in cui salvare dei file. Da un’attenta analisi dei contenuti sarebbe emerso un quadro degno di interesse investigativo che avrebbe portato alla scoperta di immagini ritraenti minori in atti sessualmente espliciti.

Ricostruite “le tracce informatiche lasciate dai soggetti che a vario titolo vi erano entrati in contatto“, scrivono gli investigatori, e “delineate le ipotesi” a carico, l’Autorità giudiziaria “ha emesso i decreti di perquisizione, estesa ai sistemi informatici in uso agli indagati“.

In totale sarebbero stati controllati e sequestrati circa 60 dispositivi, oltre a numerosi spazi virtuali ritenuti di interesse da chi indaga. Stando a quanto riferito nel comunicato dalla polizia, il materiale avrebbe superato il volume di 500 Terabyte. Una mole imponente di file che, in 8 casi, accertata la detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico, ha portato all’arresto di altrettanti indagati in flagranza di reato. Misure che sono state poi convalidate dalle autorità giudiziarie territorialmente competenti.

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2022 10:14