C’è una novità importantissima per quanto riguarda il trapianto di organi, che potrebbe permettere la compatibilità fra tutti i gruppi sanguigni. Ecco in che modo è stato realizzato un “organo universale” e quale potrebbe essere il futuro di questa procedura.
Trapianto di organi, che cos’è l’organo “universale” e com’è stato ottenuto
L’esperimento è avvenuto in Canada e ha preso in esame una coppia di polmoni che non avrebbero potuto essere utilizzati per il trapianto. Il donatore apparteneva al gruppo sanguigno A. Uno dei polmoni è stato sottoposto a un “lavaggio” a base di enzimi, che ha permesso di rimuovere gli antigeni del gruppo A sulla superficie dei vasi sanguigni, mentre l’altro è stato conservato intatto. A questo punto l’esperimento ha simulato la fase di post trapianto ed entrambi i polmoni sono stati perfusi con sangue del gruppo 0. Il polmone non trattato ha manifestato segni di rigetto, mentre l’altro si è rivelato compatibile. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine a cura di Latner Thoracic Surgery Research Laboratories e dell’Ajmera Transplant Centre a Toronto.
Quale potrebbe essere il futuro per il trapianto di organi
Questo studio potrebbe sfociare nella sperimentazione clinica già tra 12-18 mesi. Gli enzimi utilizzati per il “lavaggio” del polmone consentono di eliminare gli zuccheri degli antigeni A e B dei globuli rossi e di convertirli in cellule universali di tipo 0. Secondo Marcelo Cypel, coordinatore dello studio e Direttore della chirurgia dell’Ajmera Transplant Centre, la possibilità di ottenere organi da trapianto universali potrebbe permettere di trattare i pazienti in base all’urgenza della loro situazione clinica, consentendo di ridurre lo spreco di organi e salvando numerose vite, come riferisce l’Ansa. Infatti, il team coinvolto nello studio ha evidenziato come i pazienti del gruppo 0 attendono per un trapianto di polmone in media il doppio del tempo rispetto a quelli del gruppo A. Questo si traduce in un rischio di mortalità in lista d’attesa più alto del 20%. I pazienti dei gruppi 0 e B possono arrivare ad attendere 4/5 anni per un rene mentre quelli dei gruppi A e AB possono contare su un tempo medio di 2/3 anni. Eliminando la barriera della compatibilità tra gruppi sanguigni, dunque, si prospetta la possibilità apportare un grande miglioramento nelle vite e nel benessere delle persone in attesa di essere sottoposte a trapianto.